In una Rai con il punto interrogativo, i format di Guglielmi sono le certezze che resistono ancora

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Lo storico direttore di Raitre è scomparso oggi all'età di 93 anni

Non si diventa direttori di rete per caso. O meglio, forse non lo si diventava. La morte di Angelo Guglielmi, 93 anni, storico condottiero di Raitre agli albori della rete, quando c’era un intero progetto da costruire, marca distintamente questo punto. Non è un caso se alcuni format da lui inventati (che nel frattempo hanno anche cambiato rete di riferimento) rappresentino ancora un punto fermo in una Rai che, invece, è sempre un po’ un punto interrogativo. Per comprendere il contributo che Guglielmi ha dato alla storia della televisione pubblica italiana e all’analisi dei mass-media nel nostro Paese, basta leggere i nomi dei programmi che lui ha fortemente voluto e che sono ancora oggi dei cavalli di battaglia nei palinsesti di Viale Mazzini. Nonostante internet, nonostante gli OTT, nonostante la digitalizzazione di qualsiasi cosa.



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Angelo Guglielmi e il suo contributo alla storia dei mass-media in Italia

Angelo Guglielmi è stato legato a diversi nomi fondamentali della storia della televisione italiana: da Michele Santoro a Fabio Fazio, passando per Serena Dandini, Daniele Luttazzi, Franca Leosini. I format che sono stati da lui lanciati sono ancora una stella polare della televisione italiana: Blob conquista ancora il pubblico del preserale, Chi l’ha visto? è ancora il programma che affronta la cronaca nera in maniera più obiettiva, con uno stile che risulta essere ancora quello più amato dai telespettatori italiani. Quelli che il calcio, nonostante le mille novità e il passaggio di rete e nonostante la diffusione sempre più alla portata di tutti degli abbonamenti per vedere le partite dal vivo, è stato un programma rivoluzionario che ha continuato la sua attività per 28 anni, prima di affrontare un epocale stop. Ma anche Storie maledette, con l’eventizzazione che l’ha caratterizzato negli ultimi anni, continua a resistere e a essere apprezzato dal pubblico. Inoltre, c’è tutto il filone dell’approfondimento giornalistico (iniziato proprio con Samarcanda di Michele Santoro) che ha cambiato completamente il modo di intendere il talk politico in televisione.



Si può essere precursori delle tendenze del futuro, insomma, ragionando attraverso la qualità. Angelo Guglielmi lo aveva fatto, lasciando una eredità importante al servizio pubblico, apprezzabile anche in un momento storico in cui i modi di comunicare sembrano così diversi da quelli di 30 anni fa.