Non è vero che Massimiliano Allegri è stato arrestato (e la “notizia” non l’ha data il Tg1)

Un video pubblicato su un noto canale satirico su YouTube ha dato vita al festival delle incomprensioni

29/09/2022 di Enzo Boldi

Quella sottile linea che divide la realtà della satira è stata nuovamente varcata, almeno nella percezione degli utenti che hanno preso per buono un video comparso originariamente su un noto canale YouTube. E in tanti, vedendo il logo del Tg1 che campeggiava in basso, hanno pensato che la (non) notizia fosse stata data dalla principale testata giornalistica della televisione pubblica. E da qui nasce la viralità nella condivisione della falsa notizia di Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, arrestato.

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C’è chi ha condiviso solamente il “lancio” di quel (non) servizio, forse non comprendendo l’intento ironico. Mentre altri hanno ricondiviso quello stesso contenuto sottolineando il contenuto satirico. Sta di fatto che sui social, come Facebook, in tanti si sono limitati a scrivere: «Edizione straordinaria del TG1 per l’arresto dell’attuale allenatore della Juventus Massimiliano Allegri, a poche ore dalla conclusione del CdA della società. Riciclaggio di denaro, contatti con la mafia, possesso di armi da fuoco, lesioni e una serie di società estere, cosa nascondeva il tecnico bianconero? Il tutto nel servizio dell’inviato del TG1 Jonathan Gregori». Questo, invece, il video pubblicato su YouTube.

Allegri arrestato, il (finto) servizio del Tg1 diventato virale

Il canale YouTube Mapi Channel fa della satira e dell’ironia il proprio cuore pulsante. Non fa riferimento al mondo del giornalismo e dell’informazione, se non nell’intento di “scimmiottare” (nel senso più positivo del termine) quel che avviene nel mondo della comunicazione. Soprattutto per quel che riguarda l’aspetto della percezione del pubblico. E l’intento è chiaramente riuscito con il (non) servizio su Massimiliano Allegri arrestato. Quindi il tecnico della Juventus non è finito in manette per «riciclaggio di denaro, contatti con la mafia, possesso di armi da fuoco, lesioni e una serie di società estere».

(Foto IPP/Massimo Rana)

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