Roberta Lombardi dice che l’accordo M5S-Pd era fatto. Poi arrivò Renzi

Era tutto fatto. Le porte che si aprono e la doppia uscita dal labirinto. L’alleanza M5S-Pd era sul tavolo, pronta. Maurizio Martina – segretario pro tempore – aveva messo tutti insieme e i pentastellati, che avevano raggiunto il 32% alle elezioni politiche del 4 marzo, sembravano ben disposti a intavolare un’alleanza di governo con il Partito Democratico. Poi, arrivò Matteo Renzi e fece saltare tutto. Fu l’ultimo colpo di coda del senatore semplice di Rignano.

Alleanza M5S-Pd fatto: la verità di Roberta Lombardi

A raccontare come sono andate le cose è la capogruppo in regione Lazio del Movimento 5 Stelle, Roberta Lombardi. Lei, di accordi con il Pd, è esperta. Fu lei la capogruppo designata nel 2013 per andare a trattare con Pierluigi Bersani che aveva proposto, per primo, al Movimento 5 Stelle una sorta di appoggio esterno ai dem che avevano vinto le elezioni di un soffio. Finì come tutti sappiamo, con la Lombardi che commentò sarcastica: «Mi sembra di stare a Ballarò».

Poi, da candidata alla regione Lazio sconfitta da Nicola Zingaretti e da capogruppo della minoranza pentastellata in consiglio, tornò sui suoi passi e, su alcuni temi condivisi, garantisce alla giunta del Partito Democratico quell’appoggio necessario per governare. Di fatto, in regione Lazio si sta svolgendo il primo esperimento di alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

Roberta Lombardi e la fiducia in Zingaretti

Ma ci sarebbe stata anche un’altra possibilità di dialogo, ben più ghiotta. I pentastellati avrebbero potuto andare al governo insieme al Partito Democratico. Poi scelsero la strada sovranista di Matteo Salvini, con tutto ciò che ne consegue. A raccontare l’esperienza è stata la stessa Roberta Lombardi, nel corso di un’intervista al Fatto Quotidiano: «È falso dire che abbiamo preferito l’accordo con la Lega: l’accordo con il Pd era praticamente chiuso, ma Matteo Renzi lo fece saltare. Non si può escludere che un domani il Movimento 5 Stelle possa tornare a dialogare con il Partito Democratico. Zingaretti ha avuto l’intelligenza di capire che il renzismo era morto».

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