Nuovo allarme della Commissione europea: «L’Italia non cresce»

La commissione europea ha diffuso oggi le previsioni per il 2019, e lanciato un allarme diretto verso l’Italia. Il nostro Paese sarebbe all’ultimo posto in Europa per quanto riguarda crescita, investimenti e occupazione. La preoccupazione dell’esecutivo Ue è sopratutto legata ai conti pubblici:«Deficit e debito saliranno fortemente».

Nuovo allarme della Commissione europea: «L’Italia non cresce»

Con le previsioni primaverili sul 2019, la Commissione Europea ha sancito una volta per tutte che in Italia «la crescita economica è fiacca», e non promette grandi miglioramenti. Il Prodotto Interno Lordo alla fine del 2019 segnerà infatti un +0,1% e un +0,7% nel 2020. Stime più basse a confronto di quelle fatte sei mesi fa, quando Bruxelles stimava rispettivamente un +1,2% e un +1,3%. Le stime diffuse oggi sono inferiori anche a quelle fatte nel mese di febbraio, che davano il Pil a 0,2% per l’anno in corso e 0,8% per il prossimo. L’Italia quindi, sembra peggiorare sempre di più agli occhi dell’Europa. Si tratta comunque di stime che coincidono con quelle indicate dal governo nel Documento Economia e Finanza all’interno dello “scenario tendenziale”, ovvero quello che non considera le munire programmate dall’esecutivo. Non viene incluso quindi ad esempio, il decreto crescita, ma comunque lo stesso governo aveva fatto previsioni non proprio eclatanti prevedendo una crescita solo dello 0,02%.

L’Europa preoccupata per l’aumento del debito e del deficit

Segnali poco incoraggianti arrivando anche dal fronte del debito e del deficit, per cui l’Europa lancia l’allarme più altisonante. «La crescita sommessa e l’allentamento di bilancio intaccheranno i conti pubblici – rileva la Commissione –  con deficit e debito che saliranno fortemente». Le stime del deficit infatti salgono a 2,5% nel 2019 e 3,5% nel 2020, mentre il debito per il 2019 passa dal 131% stimato in autunno al 133,7%. Innalzamento anche per il 2020, in cui la stima del debito raggiunge il 135,2%. Si tratta anche in questo caso di stime tecniche sulla situazione attuale, cioè fatte senza considerare ad esempio l’attivazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva, che l’Europa torna a consigliare al governo italiano.

Le complicazioni legate a Reddito di cittadinanza e quota 100

A complicare ulteriormente lo scenario ci sono anche le due misure attuate dal governo gialloverde. Secondo la valutazione della commissione infatti ««la spesa pubblica aumenterà in modo significativo a seguito dell’introduzione del reddito di cittadinanza e di diverse disposizioni in materia di pensioni, tra cui un nuovo regime di prepensionamento». In particolare con l’introduzione del reddito di cittadinanza è probabile che più persone verranno indotte «a iscriversi ufficialmente come disoccupati e quindi essere conteggiate nella forza lavoro», facendo salire quindi la disoccupazione all’11% per il 2020. Un os scenario peggiore rispetto a quello ipotizzato nelle stime precedenti, che davano la disoccupazione al 10,4% nel 2019 e al 10% per il 2020. Le previsioni insomma non lascerebbe spazio a grandi entusiasmi, poiché è per la commissione europea «improbabile che il mercato del lavoro sfuggirà all’impatto dell’economia stagnante, come indicano le sommesse aspettative di impiego delle imprese. Ci si aspetta che la crescita dell’occupazione si arresterà nel 2019».

(Credits immagine di copertina:  ANSA/DPA Sascha Steinach/dpa-Zentralbild/dpa)

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