Alisson, la Roma ha le carte in mano – L’editoriale di Alfredo Pedullà

Alisson è un grandissimo interprete del ruolo e ha una valutazione tale da poter far saltare il banco. Si dice di solito: più di 50 milioni per un portiere sarebbe una follia. Ma la follia è Alisson che ha un repertorio fantastico e che può “costringere” al massimo due o tre club in giro per l’Europa a proporre una cifra senza precedenti.

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Quale cifra? Dai 70 milioni in su, per meno la Roma respingerebbe tutti. A proposito della Roma, è giusto sottolineare un particolare. Questo: rispetto alla scorsa stagione non esiste la necessità di cedere un pezzo da novanta entro il 30 giugno per motivi di bilancio. La scorso giugno tocco a Salah, impacchettato per il Liverpool, un totale di 42 milioni più 8 di bonus. Stavolta no, la Roma ha le carte in mano e può legittimamente fare il prezzo che ritiene. Facendo salire l’asticella verso cifre stratosferiche. E complimenti alla stessa Roma che non ha messo una clausola per il cartellino, quella stessa clausola che spesso condiziona la vita di una società. E l’evolversi di un’intera sessione di calciomercato.

Alisson ha qualità fantastiche. Quando si dice il portiere completo, il portiere che tutti vorrebbero. Punti deboli zero o quasi. Punti di forza, tutti o quasi. Repertorio da tramandare, quel gran genio di Sabatini lo convinse ad accettare il giallorosso per circa dieci milioni, eppure sulle sue tracce c’era la Juve che già allora stava cercando l’erede di Buffon. Una mossa geniale, giocare di anticipo secondo le migliori caratteristiche di Sabatini. Il tempismo giusto per assicurarsi un fenomeno, come se Walter sapesse che quella sarebbe stata l’anticamera per una potenziale e – soprattutto – sensazionale plusvalenza. Il costo dell’operazione, storia del 2016, ci fa sorridere rispetto alle proiezioni attuali. Otto milioni. Della serie: con otto milioni se vai in Portogallo o in Spagna ti “ammollano” qualche mezzo bidone e te lo vendono per un potenziale fenomeno. Ecco perché l’operazione Alisson, comunque vada nei prossimi giorni o nelle prossime settimane, resta una delle più illuminate e vincenti degli ultimi vent’anni di mercato.

Che il ragazzo possa essere nel mirino dei top non ci sono dubbi. Anche perché, facciamo un esempio, non è che le due finaliste di Champions abbiano certezze tra i pali. Il Real vince con Navas, ma qualche volta Navas se ne va per la tangenziale e commette errori imperdonabili. Più affidabile di sicuro del povero Karius che merita una carezza dal punto di vista umano, ma che ha cotto un paio di frittate nell’ultimo atto di Kiev costate carissime a Klopp. Quindi, se il problema è delle top d’Europa figuriamoci quanto tempo ci metterebbero per fare una proposta allettante: da cinque minuti a un quarto d’ora.

Ma un particolare aiuta la Roma: la serenità del ragazzo che in riferimento al suo futuro dice “prima del Mondiale, oppure subito dopo”. Atteggiamento giusto, soft, professionale, nessun out-out, nessun tipo di pressione. Questo passaggio, abbinato al fatto di avere le carte in mano, mette Monchi e Baldissoni nell’invidiabile situazione di poter decidere con calma. Qualcuno si presenterà, di sicuro. Ma è fondamentale che lo faccia sintonizzandosi su un verbo e basta: svenarsi.

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