Musk fa creare un account “verificato” contro il giudice de Moraes

Il profilo è "certificato", con una spunta dorata simbolo dell'affiliazione con X

02/09/2024 di Enzo Boldi

Dopo il fermo del fondatore e CEO di Telegram, Pavel Durov, in Francia, s’è un’altra vicenda che è stata presa dai “critici” come l’emblema della libertà di parola messa a tacere sui social network (anche se la questione reale riguarda ben altro rispetto ai proclami): il blocco di X in Brasile. La vicenda ha un’origine molto lontana nel tempo e ha avuto dei risvolti giudiziari di cui abbiamo parlato più volte in passato. E da qualche giorno, sul social network di Elon Musk è comparso un account – Alexandre Files – in cui il proprietario della piattaforma fa pubblicare al suo staff dei documenti riservati per cercare di portare l’opinione pubblica dalla sua parte, contestando – parlando di comportamento fuorilegge – le decisioni del giudice della Corte Suprema brasiliana Alexandre de Moraes.

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Questo profilo risulta essere “verificato”, seguendo le nuove dinamiche introdotte da Elon Musk nei mesi successivi all’acquisizione della piattaforma: non si tratta di un account che paga un abbonamenti alla versione “Premium” del social network, ma di uno che gode dello status di “certificato” con bollino dorato, simbolo dell’affiliazione diretta con X su X.

Dunque, Musk continua – come ha sempre fatto – a utilizzato la piattaforma che ha acquistato per 44 miliardi di euro per perseguire i suoi interessi. Infatti, nella bio di questo account c’è scritto: «Questo account rivelerà le direttive illegali impartite a X da Alexandre de Moraes». E lo sta facendo pubblicando documenti riservati, svelando anche l’identità di alcuni utenti presenti sulla piattaforma e al centro del caso che ha portato – oggi – al blocco di X in Brasile.

Alexandre Files, l’account X di Musk contro il giudice brasiliano

Ma perché, secondo l’idea di Elon Musk, questo account è necessario? Lo spiega lo stesso profilo – che, ribadiamo, è stato creato e viene gestito dallo staff di X – nel post “fissato” in alto.

«Oggi (il 31 agosto, ndr) cominciamo a far luce sugli abusi della legge brasiliana commessi da Alexandre de Moraes. Siamo stati costretti a condividere questi ordini perché non c’è trasparenza da parte del tribunale e le persone che vengono censurate non possono ricorrere in appello. I nostri stessi appelli sono stati ignorati. E ora al popolo brasiliano viene negato l’accesso a X. La giustizia segreta non è affatto giustizia. Oggi diciamo che tutto ciò deve cambiare».

Al momento in cui stiamo pubblicando questo approfondimento, l’account ha pubblicato 17 post (soprattutto threads). Non segue nessun altro account – stranamente neanche quello ufficiale e ridondante di Elon Musk – ed è seguito da poco meno di 300mila utenti in tutto il mondo. Scorrendo lungo la bacheca del profilo, troviamo la versione dei fatti di X e alcuni estratti del contenzioso che prosegue da mesi con il giudice della Corte Suprema brasiliana Alexandre de Moraes. E, come spiegheremo in un approfondimento successivo, sono stati resi pubblici anche dei documenti riservati, con tanto di pubblicazione dell’identità – senza aver richiesto il loro permesso – dei proprietari dei sette account che hanno fatto scoppiare e deflagrare questa vicenda.

 

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