Yatch e sanitari, la vita da imprenditore di Alessandro Di Battista
18/12/2018 di Enzo Boldi
Dell’azienda di famiglia si sapeva ben poco, almeno fino ai giorni scorsi. Ora, grazie all’inchiesta portata avanti da Il Giornale, è emerso il passato (e presente) da imprenditore di Alessandro Di Battista, proprietario al 20% della Di Bi Tec, impresa di cui è azionista di maggioranza e membro del consiglio di amministrazione. Proprio il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti ha messo in luce la difficile posizione debitoria – su vari fronti – dell’azienda di famiglia e, dopo la risposta piccata data via Facebook dall’ex deputato M5S che (però) conferma la situazione poco rosea, emergono nuovi particolari che provengono da un passato neanche troppo lontano.
Dei debiti è già stato detto molto, anche se Vittorio Di Battista, padre dell’ex parlamentare grillino e ora (ancora) reporter in America Latina per Il Fatto Quotidiano, ha scritto su Facebook di «leggere bene i bilanci». E su questo Il Giornale ha risposto, confermando quanto scritto nella giornata di ieri. Idem per quel che riguarda la risposta di Alessandro Di Battista, che ha ammesso il tunnel debitorio giustificandosi con un: «Anche mia sorella non è stata pagata». Una magra consolazione.
Alessandro Di Battista e l’acquisizione dell’azienda degli yatch
E proprio insieme alla sorella Maria Teresa, Alessandro Di Battista si è reso protagonista dell’acquisizione delle quote della Tecma srl nel 1998. Si tratta di un’azienda che produce sanitari di lusso per gli yatch, le cui quote di maggioranza erano intestate a Marco Giovannini e Cristiano De Santis. Un girotondo che si è concluso nel 2001 (tre anni dopo) con la riacquisizione di quelle quote da parte dei «vecchi proprietari» che, nel 2004, cedettero quelle stesse quote alla società olandese Thetford.
La Di Bi Tec e il debito con l’Inail
Tutto legittimo, facendo parte delle leggi di mercato in cui si districano gli imprenditori. Tornando, però, alla Di Bi Tec, emergono ancora altri dettagli sulla posizione debitoria dell’azienda. Oltre ai debiti con lo Stato italiano e a quello con i propri dipendenti, Il Giornale ha scovato anche altri passivi nei confronti dell’Inail, l’istituto che assicura i lavoratori dagli infortuni. Un piccolo debito, 1753 euro, che però si somma a quanto già emerso nei giorni scorsi.
(foto di copertina: profilo Instagram Alessandro Di Battista)