Roma, sputi in faccia a una donna perché ritenuta ebrea
25/01/2019 di Enzo Boldi
Goliardia con tanto di svastica. La professoressa Alessandra Veronese, che insegna all’Universität Trier, è rimasta vittima di un’aggressione a sfondo antisemita in pieno centro a Roma. La donna ha denunciato l’episodio alla polizia e ha poi raccontato a Il Tirreno quanto accaduto quella mattina di giovedì 17 gennaio. Un uomo l’ha avvicinata e le ha sputato perché aveva con sé una borsa comprata a Tel Aviv con delle scritte yiddish.
«Mi ha sputato ma poteva accoltellarmi, farmi qualunque cosa – ha raccontato a Il Tirreno la professoressa Alessandra Veronese -. Ero talmente tranquilla che per capire cosa stesse accadendo mi è servito tanto tempo, troppo. Quando ho realizzato – tutto si è svolto in dieci secondi – quell’uomo se ne stava andando. Io l’ho preso a male parole. Lui prima di andarsene mi ha puntato gli occhi nei miei. Cattivi, pieni di disprezzo». La donna è stata avvicinata mentre si trovava fuori da un negozio Feltrinelli in pieno centro a Roma.
Alessandra Veronese, la donna aggredita perché ritenuta ebrea
Un’aggressione in pieno giorno, da un uomo che aveva una svastica tatuata sul braccio. Il tutto per ‘colpa’ (e le virgolette sono d’obbligo) di una borsa con una scritta yiddish, la lingua parlata dagli ebrei nell’Europa centrale e orientale. «Sono profondamente arrabbiata, furibonda, se avessi capito subito gli avrei assestato un bel calcio. Invece ero confusa: i testimoni mi hanno detto che aveva la svastica, che era un fascista conosciuto nella zona. Non nuovo ad aggressioni di quel tipo – racconta la professoressa -. Figurarsi io neanche pensavo che avevo quella borsina. Ho presentato la denuncia alla Digos. Sono troppi i casi di intolleranza».
I casi di intolleranza antisemita sono in aumento
«Sono in aumento gli episodi antisemiti. Si sta vivendo a livello generale un incremento dell’ intolleranza nei confronti di tutto ciò che si percepisce come diverso. Abbiamo vissuto anni di semplificazione politica, non solo adesso ma anche con la sinistra – prosegue Alessandra Veronese -. Si è parlato con parole d’ordine, slogan, identificazioni. Ha incrementato il senso di paura e i discorsi antiebraici sono sotto traccia da duemila anni. Quante volte si è sentito dire che gli ebrei sono tutti ricchi? Già nel XII secolo si sosteneva che gli ebrei ogni anno si riunivano insieme in una città e rapivano un bambino per ammazzarlo».
(foto di copertina da profilo Facebook)