Zangrillo: «Adesso i fatti stanno dando ragione al governo»

Il responsabile dell'Unità operativa di Terapia intensiva generale e cardiovascolare dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano parla dei provvedimenti presi dall'esecutivo

14/09/2020 di Enzo Boldi

Dal suo studio all’interno dell’Ospedale San Raffaele di Milano, Alberto Zangrillo è tornato a parlare della situazione Covid-19 in Italia. Sottolinea come non si aspettasse questa psicosi nei confronti di una seconda ondata (con particolare riferimento alla riapertura delle scuole), ma sostiene anche che la realtà attuale stia dando ragione al governo. Poi sottolinea come il caso Berlusconi sia la cartina di tornasole: seguendo le regole si riuscirà a sconfiggere il virus.

LEGGI ANCHE > La disputa social tra Selvaggia Lucarelli e Zangrillo su Berlusconi

«Ora i fatti stanno dando ragione al governo, bisogna essere sinceri – ha detto Alberto Zangrillo in collegamento con lo speciale de L’Aria che Tira, su La7 -. Il lockdown, per come è stato concepito e attuato, è stato un modello da seguire per molti altri Paesi. La ripartenza ha comportato qualche problema in più. La scuola non deve essere un problema». Insomma, quel che è stato deciso per tentare di fronteggiare l’aumento di contagi viene apprezzato anche dal responsabile dell’Unità operativa di Terapia intensiva generale e cardiovascolare dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano.

Alberto Zangrillo e i fatti che danno ragione al governo

E l’attenzione si sposta, inevitabilmente, sulla scuola. La riapertura degli istituti e il ritorno tra i banchi di milioni di studenti, infatti, non può che provocare un’attenzione (e un’ansia) maggiore rispetto al recente passato. Oggi, infatti, tutti gli occhi del Paese sono concentrati sul primo giorno di lezioni in buona parte d’Italia per valutare come questa ripartenza influirà (la speranza è che non lo faccia, o lo faccia limitatamente) sulla curva epidemiologica.

La riapertura delle scuole

«Non dobbiamo drammatizzare – ha sottolineato Zangrillo -. Lo scambio di strumenti fra ragazzi può essere regolato. E se si seguono le linee che sono state date sul distanziamento e sull’igiene personale, credo che i rischi si possano non proprio azzerare, ma dobbiamo tenerlo in un range che sia lontano dalla psicosi».

(foto di copertina: da speciale L’Aria che Tira, La7)

Share this article