Malta ha trovato una soluzione per la Alan Kurdi: «Ma non può continuare a sostenere questo onere»

13/04/2019 di Redazione

Alla fine, è stata Malta a trovare una soluzione per i migranti a bordo della nave Alan Kurdi della ong tedesca Sea Eye. Le 64 persone a bordo, già in condizioni sanitarie molto difficili, sono sbarcati a Malta e verranno redistribuiti tra quattro Paesi dell’Unione Europea: Germania, Francia, Lussemburgo e Portogallo. Ad annunciarlo è stato il premier di La Valletta Joseph Muscat: «La situazione – ha detto – è stata risolta grazie a un efficace coordinamento tra Malta e Commissione Europea».

Alan Kurdi, trovata una soluzione da Malta

Ma non mancano le ombre sulla soluzione. Il premier Muscat, infatti, ha affermato che Malta non può continuare a sobbarcarsi questo onere da sola. Chi esulta per l’esito della trattativa, invece, è Matteo Salvini, che ha sottolineato come nessuno dei migranti salvati dalla ong (tra questi, ricordiamolo, ci sono anche 12 bambini) sia stato assegnato all’Italia.

«Ottime notizie! – ha twittato Salvini – Come promesso, nessun immigrato a bordo della nave Alan Kurdi arriverà in Italia. Verranno trasferiti in altre nazioni europee, a partire dalla Germania che è il paese di quella ong».

Il commento di Salvini alla vicenda della Alan Kurdi

Del resto, la situazione a bordo era diventata insostenibile. Soltanto qualche giorno fa, c’era stata una evacuazione di una donna incinta, in preda a crisi epilettiche. Altri migranti salvati in mare erano in condizioni precarie di salute e temevano la successiva ondata di maltempo che avrebbe agitato le acque e avrebbe causato altri malori a bordo. Ancora una volta, si è deciso di utilizzare una situazione di stallo per forzare la mano nei confronti delle ong che salvano vite e che però – ricordano dall’Italia – «non sono al di sopra della legge».

«La vicenda della Alan Kurdi rafforza la collaborazione tra Italia e Malta contro i trafficanti di esseri umani – ha ricordato Matteo Salvini -: non possiamo essere lasciati soli a fronteggiare sbarchi e trafficanti di esseri umani».

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