Al Bano non ci sta: «Mi stanno trattando come un terrorista»

11/03/2019 di Enzo Boldi

Al Bano Carrisi replica duramente al governo ucraino che questa mattina ha inserito il suo nome all’interno della lista nera degli indesiderati nel loro Paese. Il cantante di Cellino San Marco non si spiega il perché di questa decisione ed è pronto a telefonare alle alte sfere del governo ucraino per avere chiarimenti. Lui si sente trattato come un terrorista, anche se spiega di non aver mai parlato di politica, di non aver mai posseduto armi e di aver fatto solo un apprezzamento su Vladimir Putin.

«Non ho mai detto una parola contro l’Ucraina. Mai fatto neanche un apprezzamento. È inaccettabile che proprio io che canto da sempre la pace ora venga trattato come un terrorista – ha protestato Al Bano raggiunto telefonicamente dall’Agi -. Non ho mai posseduto armi, neanche quelle mentali». La decisione del governo ucraino non gli è andata proprio giù e il cantante di Cellino San Marco, molto popolare in Russia per le sue trasferte con l’ex moglie Romina Power, è pronto a contattare chi di dovere per avere maggiori spiegazioni.

Al Bano trattato come un terrorista dagli ucraini

«Chiamerò subito l’ambasciatore e quindi il ministero della Cultura ucraina – prosegue Al Bano Carrisi -. Voglio capire come il mio nome sia finito nella lista. Quando l’ho saputo questa mattina ho pensato a uno scherzo, o a uno scambio di persona». E invece no, il nome su quella black list era proprio il suo (insieme ad altri 146 indesiderati) ed è stato stilato in base alle richieste del Consiglio di Sicurezza e Difesa nazionale dell’Ucraina, dei servizi di sicurezza ucraini e del Consiglio della Tv e Radio nazionali. Il cantante di Cellino San Marco era stato in Ucraina tre/quattro anni fa e dice di essersi trovato molto bene. Simpatia, evidentemente, non reciproca.

I giudizi sul presidente russo Vladimir Putin

«Quella con Putin non è un’amicizia, ma una semplice conoscenza, favorita anche dal fatto che lui è presidente onorario della Federazione internazionale dello judo e io ne sono ambasciatore nel mondo. Ho cantato per lui ma anche per tanti altri capi di Stato e pure per Giovanni Paolo II. Sono un uomo di pace e non di guerra. Forse all’Ucraina adesso non piacciono più le mie canzoni – conclude ironicamente Al Bano -. Ma la lista nera è troppo»

(foto di copertina: Photo: Daniel Reinhardt/dpa)

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