Toninelli accusa Aiscat per le «pressioni», ma i documenti risalgono a gennaio e marzo
06/09/2018 di Enzo Boldi
Voleva fare chiarezza, ha provato a ribadire la sua voglia di trasparenza. Ma alla fine, come dice lui stesso alla fine del suo tweet «carta canta e le bugie hanno le gambe corte». Dopo un’attesa di 48 ore, Danilo Toninelli ha pubblicato su Twitter i presunti documenti che, secondo lui, attestano le «cortese pressioni» subite per non far pubblicare i contratti di concessione per la gestione delle autostrade italiane. Il Ministro ha accusato Aiscat e Autostrade per l’Italia di aver inviato al Mit delle lettere di diffida, ma i documenti pubblicati da Toninelli risultano datati gennaio e marzo 2018, ben prima del crollo del Ponte Morandi, della polemica sulle concessioni e della sua nomina al dicastero delle Infrastrutture.
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#Aiscat smentita dai fatti. Ecco prova delle “cortesi” pressioni per dissuadere @mitgov dal pubblicare gli atti delle convenzioni. Sono parole che ovviamente hanno influenzato le strutture anche sotto la mia gestione. Ma carta canta e le bugie hanno le gambe corte. #autostrade pic.twitter.com/mEcUCiykRN
— Danilo Toninelli (@DaniloToninelli) 6 settembre 2018
Nelle foto allegate al tweet, si vedono due lettere inviate prima da Aiscat (Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori) e poi da Autostrade per l’Italia che invitavano a non pubblicare i testi delle convenzioni. Le «cortesi pressioni» di cui parla Toninelli, sono datate 11 gennaio e 7 marzo 2018 (come evidenziato in giallo da lui stesso), quando non era ancora Ministro. Nonostante lui sostenga che quelle parole abbiano influenzato le strutture anche sotto la sua gestione.
Le «cortesi pressioni» di Aiscat e Autostrade per l’Italia
Mettendo da parte il fattore temporale, nei due stralci delle lettere inviate da Aiscat e Autostrade per l’Italia, non appare evidente nessuna pressione, se non un invito al Mit di non commettere un reato. Pubblicare gli atti di quel contratto, per entrambe le società, avrebbe potuto causare dei danni all’attività imprenditoriale (per Aiscat) e una strumentalizzazione al fine di alterare i valori economici della società (per Autostrade), poi riconducibile al reato di aggiotaggio. Richieste legittime per una società quotata in Borsa.
(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / ANGELO CARCONI)