Dopo la gaffe al Senato, Airola si confonde anche su Facebook

Giovedì mattina, a Palazzo Madama, il senatore del Movimento 5 Stelle Alberto Airola è stato protagonista di una serie di gaffes e lapsus presentando la mozione pentastellata che voleva bloccare il progetto Tav. Il voto dell’Aula, invece, ha fatto passare solamente quelle delle opposizioni (Leu esclusa, la cui mozione è stata assorbita da quella M5S per via dello stesso fine proposto) con tanto di voti della Lega. Il suo intervento al Senato è diventato virale, ma per rispondere alle critiche lo stesso parlamentare ha postato il video integrale delle sue parole. Poi ha risposto ai commenti, ma con una frase a dir poco sgrammaticata.

«A tutti quali che dicono he non so neance i dati linki questo mio intervento di marzo». Questa frase, scritta sotto al post con il video del suo intervento condiviso sulla sua bacheca Facebook, è rimasto online per circa tre ore, prima delle correzioni di rito e il ritorno a una forma grammaticale e italiana più corretta.

Airola inciampa nell’errore anche su Facebook

Probabilmente il commento, scritto d’impeto minacce ricevute da Chiara Appendino(come già accaduto nel recente passato parlando delle ) per via delle critiche (e ironie) accumulate sotto al suo post su Facebook, ha portato a commettere diversi errori di grammatica e di lingua italiana pura. E, dopo circa tre ore, quella frase è stata modificata rendendola fruibile ai più: «A tutti quelli che dicono che non so neanche i dati del Tav, linko questo mio intervento di marzo». L’originale, però, è ancora online visualizzando la cronologia delle modifiche, una vera spada di Damocle per chi scrive su Facebook.

L’intervento al Senato con gaffes, lapsus e mani nei capelli

Errori, come detto, forse portati dalla fretta di rispondere alle accese critiche ricevute per il suo discutibile intervento nel Senato. E su quel video è stata fatta molto ironia, soprattutto perché Alberto Airola è stato uno dei maggiori sostenitori della politica No Tav del Movimento 5 Stelle, fin dalla nascita dei pentastellati stessi.

(foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)

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