AgCom ha richiamato la Rai per il monologo di Luciana Littizzetto sul Referendum

Dopo le polemiche, è arrivato un richiamo per quanto andato in onda su RaiTre domenica 29 maggio in occasione dell'ultima puntata di "Che Tempo Che Fa"

08/06/2022 di Enzo Boldi

Le polemiche sono proseguite, anche sotto traccia, per oltre una settimana. Prima con l’interrogazione parlamentare della Lega su quanto andato in onda – domenica 29 maggio – su RaiTre in occasione dell’ultima puntata stagionale di “Che Tempo che Fa“, oggi con la notizia del richiamo formale dell’AgCom (l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che si occupa anche di par condicio televisiva) nei confronti della Rai per quella “letterina” di Luciana Littizzetto sui quesiti del Referendum sulla Giustizia in programma domenica 12 giugno (dalle 7 alle 23) in Italia.

LEGGI ANCHE > Le priorità della Lega sull’interrogazione parlamentare per un monologo tv della Littizzetto

Come anticipato da AdnKronos, la delibera di AgCom sul caso Littizzetto arriva per violazione della legge 28/2000, quella che si occupa delle «Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica». In particolare, la messa in onda di quel monologo – secondo l’Autorità – avrebbe contenuto «informazioni di voto», seppur in modo indiretto. Il tutto in un periodo di par condicio visto l’imminente scadenza elettorale per il referendum.

AgCom Littizzetto, il richiamo alla Rai sul referendum

Inoltre, nella delibera di AgCom, si invita la televisione pubblica a rispettare i principi cardine del pluralismo politico e informativo in periodo elettorale «affinché nei programmi di informazione venga garantito un rigoroso rispetto dei principi del pluralismo, dell’imparzialità, dell’indipendenza, della completezza, dell’obiettività e della parità di trattamento fra i diversi soggetti politici in tutto il periodo di campagna referendaria». La Rai, da settimane – come spiegato in questo nostro approfondimento – dedica ampi spazi informativi e di confronto sui cinque quesiti referendari abrogativi sulla Giustizia. Strisce quotidiane e approfondimenti serali (come quello in prima serata, questa sera – mercoledì 8 giugno – su RaiDue) in cui si dà spazio ai favorevoli (“Sì”) e ai contrari (“No”) alle proposte che saranno messe al voto domenica 12 giugno.

Cosa aveva detto l’attrice a “Che Tempo che Fa”

Questa, dunque, la decisione sul caso AgCom Littizzetto. Ma cosa aveva detto l’attrice piemontese a “Che Tempo che Fa”?

«Il 12 giugno volevo andare al mare. Voi Camere chiedete a me e ad altri milioni di cittadini italiani di pronunciarci sui referendum… non uno ma cinque…E quindi volevo dirvi alcune cose che mi sgorgano dal cuore e pure da un altro organo che non ti dico…

Prima cosa: Potreste scrivere una volta nella vita una formula che si capisca? Non che come al solito per dire “no” devi votare “sì” e per dire si devi votare no. Imparate dalla Chiesa che fa le cose semplici… vuoi tu Marcello sposare la qui presente Giuditta? Sì. Non è che rispondi no e il prete dice: allora vi dichiaro marito e moglie.
Però sto giro però mi viene chiesto un parere su qualcosa che non so bene e questo parere vale.
Diciamo che so vagamente, so a spanne, so a grandi linee… Ma se devo scegliere, non so proprio un benemerito
Definito
Totalizzante
Liberatorio
Scintillante.

Custodia cautelare, legge Severino, ancora ancora, ma elezione Csm, separazione delle carriere, elezione consigli giudiziari ma che cacchio ne so? Siamo talmente scarsi in materia giuridica che abbiamo creduto per anni che Forum su Rete Quattro fosse reale e adesso dobbiamo esprimerci sull’elezione dei consigli giudiziari?
Certo, tu Stato potresti dire: “Il cittadino deve informarsi e andare a votare preparato”. Vero, ma se dobbiamo informarci su tutte le leggi che vota il Parlamento… allora aboliamo il Parlamento e facciamo votare direttamente i cittadini così risparmiamo pure gli stipendi e le pensioni dei parlamentari. Creiamo una bella piattaforma la chiamiamo piattaforma Bordeaux e il problema è risolto.
Due erano i referendum che ci stavano a cuore: l’eutanasia e le Droghe leggere. Perché in quel caso noi cittadini votavamo con la nostra coscienza. Perché di parenti o amici che stanno male o di cosa sono le canne ne sappiamo qualcosa tutti quanti.
E invece no. Dobbiamo dire la nostra su delle questioni specifiche di diritto.
A sto punto votiamo noi ma almeno aggiungete una Giuria di Qualità come a Sanremo. Va beh. Vi saluto cari amici senatrici e senatori deputati e deputrici. E sappiate che comunque, anche se ci saranno 40 gradi all’ombra, il 12 giugno io a votare ci andrò, per senso di responsabilità, per dovere civico, ma soprattutto perché è un mio diritto, e molti anni fa in parecchi ci hanno rimesso la vita perché io lo potessi esercitare. Grazie. Viva l’Italia. Ci vediamo il 12».

Evidentemente, AgCom ha valutato come “violazione” il riferimento iniziale al «Il 12 giugno volevo andare al mare», senza lasciare spazio alla spiegazione finale in cui la stessa Littizzetto sottolinea che in quella data si recherà a votare.

(FOTO IPP/MIPA)

Share this article