TikTok può sensibilizzare sull’ADHD, ma non ci si può affidare ad un social per tutelare la propria salute mentale

Categorie: Social Network

Il Time ha pubblicato un articolo che prende le mosse dall'esperienza di Emilie Leyes, che tramite TikTok ha scoperto di avere l'ADHD

Emilie Leyes, 27 anni, lavora a New York per sviluppare la resilienza mentale e gestire lo stress lavorativo e ha raccontato a Time la sua esperienza. Quando ha iniziato a frequentare TikTok cercava informazioni sul disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) per poter aiutare i suoi clienti che hanno questa condizione. Leyes ha scoperto così di identificarsi lei stessa con le persone che in video raccontavano la propria esperienza di vita. «​​Non avevo davvero idea di avere l’ADHD finché non mi sono iscritta a TikTok», dice.



L’hashtag #ADHD su TikTok ad oggi ha 15 miliardi di visualizzazioni, #adhdawareness ne ha più di 650 milioni. Alcuni video elencano sintomi, tra cui iperattività e difficoltà di concentrazione, altri offrono suggerimenti per affrontare la vita quotidiana con l’ADHD. Ci sono poi contenuti di sensibilizzazione e non mancano quelli ironici. Spesso si leggono didascalie come: «Le persone con ADHD capiranno questo video» e questo spesso è lo stimolo per quanti si riconoscono in molti di questi contenuti e si chiedono se sia possibile che abbiano l’ADHD.

Alcuni professionisti della salute mentale affermano che può essere pericoloso fare affidamento sui social network per ricavare informazioni sulle condizioni di salute mentale che richiedono la diagnosi di un professionista. Spesso, purtroppo, la difficoltà o l’impossibilità di accedere all’assistenza o alle cure nell’ambito della salute mentale può spingere a cercare informazioni online o sui social con tutti i rischi che ne conseguono.



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Il problema delle informazioni ingannevoli sull’ADHD su TikTok

È importante che gli utenti di TikTok capiscano da dove provengono le informazioni che ascoltano e che non tutte le informazioni sulla salute mentale veicolate da quanti pubblicano video sull’argomento sono affidabili. Anche i  professionisti hanno iniziato ad utilizzare la piattaforma per educare le persone sull’ADHD ma soprattutto per fornire informazioni corrette a riguardo. Anthony Yeung, dell’Università della British Columbia, è il coautore di uno studio pubblicato nel Canadian Journal of Psychiatry nel 2022 che ha rilevato che circa la metà dei TikTok per l’ADHD analizzati erano fuorvianti e che proponevano dei contenuti fin troppo stereotipati.



Un portavoce di TikTok ha dichiarato a Time: «Siamo orgogliosi che TikTok sia diventato un luogo in cui le persone possono condividere le proprie esperienze personali con la salute mentale e sostenersi a vicenda, e ci assumiamo la nostra responsabilità di mantenere seriamente la nostra piattaforma uno spazio sicuro per queste importanti conversazioni. Ecco perché continuiamo a investire nell’educazione all’alfabetizzazione digitale volta ad aiutare le persone a valutare e comprendere i contenuti con cui interagiscono online. Incoraggiamo chiunque cerchi consulenza, supporto o diagnosi sulla salute mentale a contattare un professionista qualificato».

Il fatto che su TikTok ci siano così tanti video su un tema fino a poco tempo fa poco conosciuto è quello di potersi sentire meno diversi vedendo che molte persone hanno questa condizione e condividono la propria esperienza contribuendo anche a limitare il pregiudizio sul tema. Ciò non toglie che TikTok non può in nessun modo sostituire il lavoro di un professionista della salute mentale né nella fase di diagnosi né nella fase che segue.