La reazione dei militanti di Casapound all’addio alla politica: da «andiamocene con la Meloni» a «Boia chi molla»

Addio Casapound. Il movimento della tartaruga si spacca sul suo disimpegno dalla politica, annunciato dal presidente Gianluca Iannone. La decisione, che era stata diffusa in anteprima da alcuni organi di stampa, è stata ora ufficializzata attraverso un comunicato stampa pubblicato sui canali social dell’ormai ex partito. Ovviamente, dato il contesto pubblico, c’è modo di registrare le reazioni dei simpatizzanti di Casapound, dal momento che la loro pagina Facebook conta più di 280mila followers.

Addio Casapound: «Andiamo con la Meloni»

E le reazioni sono tutt’altro che univoche, non condividendo molti la scelta del direttivo di Casapound. Se c’è chi – magari più organico alle discussioni che saranno senz’altro state fatte nell’edificio occupato di via Napoleone III a Roma – ha affermato che la svolta si è resa necessaria dopo l’ultimo deludente risultato alle elezioni europee del 26 maggio, c’è anche chi non capisce la scelta di Iannone e degli altri.

Qualcuno evidenzia la contraddizione con il motto tipicamente fascista (pronunciato più volte anche in contesti elettorali) «Boia chi molla», c’è chi annuncia che prossimamente strapperà la propria tessera elettorale, c’è chi intravede altre prospettive politiche per i militanti di Casapound. E se Matteo Salvini viene digerito a fatica da chi – fino a questo momento – ha votato per il partito della tartaruga, c’è un’altra leader che esercita attrattiva verso queste persone.

Addio Casapound, la scelta che sa di bocciatura dei vertici della politica

C’è chi suggerisce, infatti, di «andare con la Giorgia Meloni» perché le sue idee sono «più simili alle nostre», c’è chi invece vorrebbe un fronte sovranista più ampio e unito, che possa superare le divergenze tra tutti i partiti e i movimenti di destra ed estrema destra, anche con quella Forza Nuova di Roberto Fiore con la quale non c’è stato mai buon sangue. La maggior parte delle reazioni, comunque, è di delusione per questa scelta dei vertici, che – di fatto – ha messo in discussione il ruolo avuto in questi anni dagli esponenti ‘politici’ di Casapound. Questa scelta sa molto di bocciatura.

FOTO: ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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