Acque minerali, le società ricavano 191 euro per ogni euro pagato per le concessioni
27/04/2018 di Redazione
Per ogni euro speso in canoni di concessione le maggiori società operanti nel settore dell’imbottigliamento delle acque minerali hanno avuto un ritorno in ricavi dalle vendite per 191,35 euro. È questo uno dei principali dati che emergono dal primo rapporto tematico sui beni demaniali e del patrimonio indisponibile dati in concessione, dedicato allo sfruttamento delle acque minerali e termali, pubblicato oggi dal Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia. Dalle dichiarazioni, pervenute da circa il 90% delle Amministrazioni competenti (Regioni, Province ordinarie e autonome, Comuni), con riferimento al 2015, «sono state censite 295 concessioni per lo sfruttamento delle acque minerali, rilasciate a 194 concessionari, e 489 per lo sfruttamento delle acque termali, rilasciate a 418 concessionari».
Lo sfruttamento delle acque minerali, alle Amministrazioni pubbliche 18,4 milioni di euro
Il rapporto spiega che «il Piemonte è la regione italiana con il maggior numero di concessioni di acque minerali attive (43, pari a circa 15 per cento del totale), mentre il Veneto e la Campania si pongono al vertice per numero di concessioni termali rilasciate (rispettivamente pari a 146 e 135, che insieme costituiscono il 57 per cento del totale)». Dal censimento è emerso che «lo sfruttamento delle acque minerali ha generato introiti per le Amministrazioni pubbliche pari a circa 18,4 milioni di euro, corrispondenti allo 0,68 per cento del fatturato del settore dell’imbottigliamento delle acque minerali, per l’anno 2015 pari a 2,7 miliardi di euro (dati Mineracqua su stime Bevitalia)». Dal punto di vista economico, inoltre, è stato rilevato che «le maggiori società operanti nel settore dell’imbottigliamento delle acque minerali (i primi dieci produttori hanno prelevato circa il 70 per cento dell’acqua minerale italiana) hanno conseguito mediamente, per ogni euro speso in canoni di concessione, ricavi dalle vendite per 191,35 euro».
(Foto da archivio Ansa)