Twitter ha bloccato un account falso legato a Khamenei che ha minacciato Trump

Twitter ha bloccato un account fake legato a Khamenei, ayatollah iraniano, che aveva postato minacce dirette a Trump

22/01/2021 di Ilaria Roncone

Donald Trump non viene solo attaccato da Twitter ma viene anche protetto. Il social fondato Jack Dorsey ha bloccato @khamenei_site, un falso account che non ha nessuna relazione con la guida suprema iraniana Alì Khamenei. Il post della discordia – quello che ha spinto il social a bloccare il falso account Twitter Khamenei – minacciava l’ex capo della Casa Bianca tramite un fotomontaggio in cui si vedeva Trump giocare a golf minacciato dall’ombra di un drone con il copy “La vendetta è inevitabile. L’assassino di Soleimani e colui che ha ordinato l’omicidio devono sopportare la vendetta”.

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Falso account Twitter Khamenei sospeso

Il fatto a cui faceva riferimento il tweet e che ha portato al blocco dell’account è l’assassinio di Qassem Soleimani il 3 gennaio 2019 voluto da Donald Trump. L’allora presidente Usa aveva rivendicato pubblicamente l’uccisione di uno dei leader più popolari dell’Iran tramite due missili lanciati da un drone americano. La morte di Soleimani ha generato un grandissimo scandalo, soprattutto per il suo ruolo attivo nella guerra contro l’Isis in Iraq e Siria e per il rapporto diretto che aveva proprio con l’ayatollah Khamenei. Il fotomontaggio con il quale si minacciava l’ex presidente americano – seppure condiviso tramite un account fake – non è piaciuto a Twitter, che è intervenuto proteggendo Trump e evitando che quel tweet potesse essere cuoricinato, condiviso e retwittato generando così altra violenza attorno alla figura repubblicana.

Il divieto social in Iran

Se proprio vogliamo dirla tutta, comunque, i social network in Iran sarebbero vietati ma tutti – dai cittadini comuni ai personaggi istituzionali – trovano un modo per aggirare gli ostacoli del regime. Accade così, appunto, che nonostante tutto anche i personaggi politici più importanti possiedano un account su Twitter e Facebook e che li utilizzino per comunicare coi cittadini e fare propaganda. Alì Khamenei non fa eccezione, seppure – come abbiamo già accennato – l’account tramite il quale è stato condiviso il post minaccioso nei confronti di Trump non ha niente a che vedere con lui o con i suoi collaboratori.

(Immagine copertina: Italy Photo Press)

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