Meta e Twitter hanno rimosso numerosi account fake che facevano propaganda pro-USA
Secondo il rapporto della Stanford University e della società di analisi Graphika, Twitter, Facebook e Instagram avrebbero chiuso una serie di account che sembravano condurre un'operazione di influenza pro-USA in lingua russa.
20/09/2022 di Giordana Battisti
Secondo il rapporto della Stanford University e della società di analisi Graphika società come Twitter e Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, avrebbero chiuso una serie di account che sembravano condurre un’operazione di influenza pro-USA specialmente in lingua russa. Secondo i ricercatori, la campagna sarebbe durata per quasi cinque anni. Le tattiche utilizzate dagli USA rispecchiano quelle cui ha fatto ricordo il governo russo durante le elezioni americane del 2016. Il questo caso, la campagna di propaganda pro-USA mirerebbe a screditare nazioni come Russia, Cina e Iran e a diffondere sentimenti favorevoli all’Occidente in questi Paesi.
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Il rapporto sui profili che facevano propaganda pro-USA
Il rapporto di agosto della Stanford University e della società di analisi Graphika ha rilevato che Twitter, Instagram e Facebook hanno rimosso collettivamente quasi 230 account impegnati in campagne simili dalle loro piattaforme. Gli account sono stati chiusi in base alle politiche delle società di social media. Questi account criticavano soprattutto la Russia per le atrocità commesse dai suoi soldati dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio di quest’anno. Questi account a volte condividevano articoli e notizie pubblicati da organi di stampa finanziati dal governo degli Stati Uniti, come Voice of America e Radio Free Europe o collegamenti a siti web sponsorizzati dall’esercito americano.
Spesso gli operatori degli account si presentavano come personaggi dei media. Gli account copiavano e incollavano le stesse notizie e post su diversi account e chiedevano agli utenti di commentare ciò che avevano appena letto. In alcuni casi, gli articoli e le informazioni pubblicate non erano notizie false di per sé ma in ogni caso il contesto in cui venivano pubblicate le rendeva poco chiare.
Il successo di queste campagne di influenza può essere difficile da misurare, ma dall’analisi di Stanford e Graphika emerge che la maggioranza dei post e dei tweet che hanno esaminato non ha ricevuto molti like o retweet e che l’81% degli account e delle pagine che condivideva queste notizie aveva meno di 1.000 follower e la maggior parte dei tweet ha raccolto meno di un like o un retweet.