Google e si sta svenando in Australia (per convincere gli editori che la legge sul copyright non va bene)

Sarebbero in corso degli accordi molto più corposi rispetto a quelli stilati, ad esempio, in Francia

17/02/2021 di Gianmichele Laino

È bastato il solo sospetto che la legislazione australiana sul rapporto tra media e big companies del web potesse andare in porto, che Google e Facebook hanno già sfoderato l’artiglieria pesante. In Australia, il parlamento sta discutendo un nuovo corpus di leggi che punta a regolamentare i rapporti tra gli editori e gli over the top (come Google e Facebook) sull’utilizzo delle notizie prodotte da tv, quotidiani e siti web nei feed di news dei giganti del web. L’obiettivo è quello di creare una sorta di tutela esterna (rappresentata da un arbitrato) per la compravendita di contenuti, nel caso in cui Google e Facebook, per esempio, non dovessero trovare un accordo con gli editori. Inoltre, le leggi australiane costringerebbero i colossi del web a una maggiore trasparenza sugli algoritmi che regolamentano la distribuzione dei contenuti.

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Accordi in Australia tra Google e gli editori, cosa sta succedendo

Google e Facebook, infatti, stanno utilizzando la strategia che – di solito – impiega chi è più forte a braccio di ferro: alzare la posta (tanto le risorse economiche non mancano) e offrire un guadagno immediato e tangibile, rispetto ai vantaggi che – al contrario – la legislazione australiana assicurerebbe soltanto a lungo termine (ma in maniera, in verità, molto più strutturale). E qualcuno sta cadendo nella trappola.

Nine Entertainment è uno dei media australiani che avrebbe intavolato una trattativa con Google. A quanto pare, i termini della bozza di accordo che sono stati discussi sono di tutto rispetto, soprattutto se confrontati ad altre trattative analoghe che il colosso di Mountain View ha messo sul piatto in altre zone del mondo. Seven West Media, altro gruppo editoriale, sarebbe riuscito a strappare una cifra compresa tra i 10 e i 30 milioni di dollari australiani all’anno (tra i 7,7 e i 23 milioni di dollari americani). Per intenderci, in Francia, Google ha chiuso un accordo con 120 editori per 26 milioni di dollari nel suo complesso (quindi da dividere tra i 120 editori).

Insomma, il potere contrattuale dei media australiani si sta incredibilmente alzando proprio in virtù del quadro normativo in fase di approvazione. In Francia, dove leggi che regolamentano il rapporto tra giganti del web e media non sono così pervasive come quelle su cui si sta discutendo in Australia, le cifre che Google ha messo sul piatto sono decisamente più basse.

La guerra al governo australiano, insomma, è iniziata. La valutazione è evidente: Google e Facebook si aspettano di dover pagare un dazio ancora più alto rispetto alle cifre attualmente in considerazione. E sfruttano le difficoltà del settore per forzare la mano. Un monito per quello che sta succedendo, oggi, in Europa. 

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