Quelli che criticano Di Maio per gli accordi con la Cina sono gli stessi che elogiano Macron?

25/03/2019 di Redazione

Nel suo tour europeo, il presidente cinese Xi Jinping si è recato anche all’Eliseo per firmare alcuni accordi commerciali con la Francia. La notizia che ha avuto ampio spazio sui media italiani nella giornata di oggi è quella della conclusione di 14 patti sulla rotta Parigi-Pechino in ottica di una reciproca crescita economica. Questi ultimi spaziano dal settore del nucleare, a quello aeronautico, navale, dell’ambiente, dell’energia, della ricerca spaziale, artistico. Inoltre, Emmanuel Macron ha acconsentito alla firma di un patto per fornire alla China Aviation Supplies Holding Company (una statalizzata cinese) 300 Airbus (290 A320 e dieci A350) per un valore complessivo di 30 miliardi di euro.

Accordi Cina, la scaltrezza della Francia

La Francia, tuttavia, è rimasta prudente sull’adesione alla Via della Seta: l’Eliseo vorrebbe prima delle garanzie solide per partecipare al progetto infrastrutturale che punta a collegare la Cina al mar Mediterraneo. Sui social network, nel tardo pomeriggio, si è diffuso un certo entusiasmo per la notizia, soprattutto se messa a confronto con quella della firma degli accordi tra Italia e Cina dello scorso fine settimana.

Banalizzando, si è fatto il paragone tra l’accordo per le esportazioni delle arance di Sicilia in Cina e quello degli Airbus francesi, mettendo a confronto i volumi di denaro che sono destinati a spostarsi per le due operazioni. Ovvio che, a conti fatti, il peso della transazione economica è stato completamente diverso.

Il doppiopesismo nell’analisi degli accordi Cina di Italia e Francia

Ma c’è un problema di fondo. Chi ha attaccato la politica economica di apertura nei confronti della Cina del governo spinto dalla sua componente del M5S, non può allo stesso modo approvare la scaltrezza dell’operazione di Macron sempre lungo la direttrice orientale. C’è da ricordare, inoltre, che l’Italia ha firmato 29 intese (soltanto 10 delle quali di natura commerciale) che sarebbero potute essere di gran lunga più numerose se non ci fosse stata l’opposizione del mondo occidentale, degli Stati Uniti e dell’Unione Europea in particolare.

Il volume degli scambi Italia-Cina, secondo le parole di Luigi Di Maio, ha il valore di 2,5 miliardi di euro che potrebbero diventare potenzialmente 20 miliardi. Un volume nel complesso inferiore al solo accordo di cessione degli Airbus. Ma se si criticava Di Maio prima per la sua intesa con Xi Jinping, non sembra coerente elogiare Macron per lo stesso motivo.

[FOTO dalla pagina Facebook ufficiale di Emmanuel Macron]

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