Un modo per abbattere le barriere architettoniche di internet, spiegato da AccessiWay

Si tratta della start-up - che collabora con diverse realtà consolidate del web - che punta a favorire la navigazione degli utenti disabili. L'intervista alla Chief Visionary Officer

11/01/2023 di Redazione

Ci sono delle azioni meccaniche che, probabilmente, nemmeno prendiamo in considerazione quando navighiamo su un sito internet. La possibilità, ad esempio, di leggere correttamente i testi che sono pubblicati, ma anche quella di avere una fruizione corretta di una pagina in presenza di troppi stimoli visivi improvvisi, compresi i pop-up che compaiono in qualsiasi angolo dello schermo di uno smartphone o di un pc. Quelle appena enunciate sono delle vere e proprie barriere architettoniche per l’accesso a internet. Pensiamo alle persone ipovedenti o alle persone che soffrono di problemi di epilessia: per loro navigare su siti web che presentino queste caratteristiche può essere davvero complicato, quando non addirittura impossibile. Da qualche tempo, AccessiWay – l’azienda che crea percorsi dedicati e strumenti all’avanguardia per rendere accessibili siti web, web app e applicativi mobile – sta cercando di rendere internet un posto sicuramente più aperto e inclusivo. Abbiamo provato ad analizzare, insieme a Dajana Gioffrè, Chief Visionary Officer dell’azienda, quali sono gli aspetti su cui si può ancora lavorare. Non soltanto in Italia.

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AccessiWay e il modo di lavorare per rendere internet più inclusivo

«L’accessibilità digitale pensa a ciascuna delle casistiche che sono state evidenziate a inizio articolo e ha delle soluzioni ad hoc da implementare nel sito o nell’applicazione per evitare che la persona con disabilità o con esigenze specifiche di lettura abbandoni la pagina, non raggiungendo i propri obiettivi e rendendo quel servizio sul web sostanzialmente inutile» – ha detto Dajana Gioffrè a Giornalettismo. È importante, ad esempio, permettere che le pagine web siano correttamente bilanciate dal punto di vista dei contrasti di colore e che abbiano la possibilità di ingrandire i caratteri fino al 200%. Si tratta di accorgimenti che spesso non impattano eccessivamente nello sviluppo del sito, ma che rappresentano un grande valore per gli utenti con disabilità.

«La proposta di AccessiWay – ha spiegato la Chief Visionary Officer dell’azienda – si basa sul principio che l’accessibilità sia un diritto e che per questo debba avere un costo sostenibile, nonostante si tratti di un lavoro altamente specializzato. Abbiamo scelto di incrociare due risorse diverse che, in combinazione tra loro, possono far raggiungere ottimi risultati di accessibilità: l’alta specializzazione degli esperti di accessibilità digitale e di disabilità e un software alimentato ad intelligenza artificiale che agisce per assicurare la maggiore personalizzazione dell’esperienza utente possibile. Inoltre vengono direttamente coinvolte le persone con disabilità, le quali vanno a testare, attraverso un apposito user test, i risultati ottenuti a seguito del lavoro di accessibilità. Un percorso, dunque, che richiede delle tappe precise, ma soprattutto un accompagnamento costante degli enti e delle aziende verso un reale abbattimento delle barriere digitali».

Dajana Gioffrè

È un tema ed è – a suo modo – una urgenza, soprattutto se si analizza l’attuale panorama dei siti web in tutto il mondo. Secondo le stime fornite da AccessiWay, infatti, in proporzioni diverse, il 98% dei siti internet – a livello globale – presenta dei problemi di accessibilità e crea, al momento della navigazione, delle vere e proprie barriere architettoniche. «Ciò è frutto di una mancanza di cultura sul tema – spiega Dajana Gioffrè -, di una situazione che non viene percepita come problematica, di una tendenza a trascurare le persone con disabilità con tutte le loro esigenze, nonostante solo in Europa siano 86 milioni. In un tale panorama si è reso necessario favorire una maggiore inclusione digitale e costruire un progetto fatto di persone e di esperti che hanno voluto mettere in gioco le loro competenze per rendere l’accessibilità web a portata di tutti e non solo il progetto secondario di poche selezionatissime realtà».

La strada è molto lunga, ma il 2022 appena trascorso ha sicuramente evidenziato quali possono essere le prospettive di realtà come AccessiWay: oltre 150.000 siti a cui ha dato supporto, rendendo fruibili informazioni e servizi senza discriminazioni, cercando così di costruire a poco a poco una vera e propria cultura dell’accessibilità. AccessiWay è una realtà che opera anche all’estero e che, recentemente, si è allargata anche ai mercati di Francia, Germania, Austria e Olanda.

«Sono diverse le esperienze e le consapevolezze che sono arrivate in questi due anni e che ci hanno regalato tante emozioni – conclude Dajana Gioffrè -. La prima è senza dubbio l’opportunità di collaborare e lavorare con le associazioni dedicate alle persone con disabilità, contribuendo in maniera pratica e concreta su progetti e finalità comuni. La seconda è che le persone che lavorano ogni giorno in AccessiWay credono molto in quello che fanno e vedere come un problema, sino a poco tempo fa poco considerato, o addirittura inesistente, venga risolto con successo, diventa la principale missione sociale di tante persone e senza dubbio l’emozione più grande. Poi ci sono quelle soddisfazioni silenziose che sono legate alla consapevolezza che ogni giorno in cui un sito diventa più accessibile sempre più persone con disabilità potranno navigarlo agevolmente e questo diventa, giorno dopo giorno, il vero risultato concreto che AccessiWay vuole e desidera raggiungere: abbattere le barriere digitali».

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