Hotel Rigopiano: indagati governatori abruzzesi ed ex assessori per omicidio e lesioni

16/05/2018 di Redazione

Svolta clamorosa nelle ultime ore nelle indagini sulla vicenda sull’hotel Rigopiano quando il 18 gennaio 2017 una valanga travolse l’albergo uccidendo 29 persone tra ospiti e personale dell’hotel. La Procura della Repubblica di Pescara ha iscritto nel registro degli indagati l’attuale presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso e gli ex presidenti Ottaviano Del Turco e Gianni Chiodi per omicidio e lesioni.

RIGOPIANO: COINVOLTI ANCHE EX ASSESSORI CON DELEGA ALLA PROTEZIONE CIVILE

Come mai? Il provvedimento rientra nel filone dell’inchiesta relativo alla mancata realizzazione della Carta di localizzazione delle Valanghe che la Regione non aveva predisposto. Da qui il coinvolgimento dei Governatori abruzzesi che si sono succeduti alla guida delle diverse Giunte regionali dal 2007 al 2017. Con loro anche gli assessori regionali che avevano la delega in materia di Protezione Civile. In queste ore sono in arrivo le notifiche agli ex assessori Tommaso Ginoble, Daniela Stati, Gianfranco Giuliante e l’attuale sottosegretario alla Presidenza con delega alla protezione civile Mario Mazzocca. Nell’inchiesta figurerebbero anche diversi dirigenti e funzionari regionali.

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HOTEL RIGOPIANO, PARLA IL COMITATO DELLE VITTIME

«Ci siamo svegliati questa mattina con una bellissima notizia. E’ quello che noi diciamo dall’inizio: sul nostro profilo Facebook abbiamo sempre scritto che questo è un omicidio di Stato. Sono coinvolti Regione, Provincia, Prefettura e Comune: a questo punto sono chiare a tutti le responsabilità». Così Gianluca Tanda, presidente del Comitato vittime di Rigopiano, commenta l’iscrizione di presidenti della Regione e assessori nel registro degli indagati. «Abbiamo aspettato con ansia questo momento – prosegue Tanda – Abbiamo capito che i procuratori stavano lavorando su questo filone e, giustamente, avevano bisogno di molto più tempo. Dicevamo di seguire questa traccia perché per noi è fondamentale. Il lavoro dei procuratori è ottimo. Adesso ci aspettiamo che gli indagati diventino imputati per poter poi combattere ad armi pari in Tribunale».

 

(Foto: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)

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