Il lancio fallito del Super Strypi

È fallito il lancio di Super Strypi, un vettore ricavato evolvendo i lanciatori intercontinentali in un lanciatore orbitale dai costi contenuti.

IL RAZZO RICICLATO DALLA GUERRA FREDDA –

Il lancio del Super Strypi da una rampa piazzata alle isole Hawaii fa parte dell’Operationally Responsive Space (ORS)-4, un programma che ha lo scopo di trovare vettori orbitali alternativi e più economici di quelli oggi disponibili sul mercato, almeno per certi tipi di carico. Sulla carta Super Strypi potrebbe assolvere efficacemente il compito e portare in orbita fino a 13 satelliti per le telecomunicazioni con una frazione della spesa oggi necessaria, 15/16 milioni di dollari contro i 225 circa che si spendono con un Atlas V. Il razzo deriva da un modello usato negli anni ’60 dai Sandia National Laboratory dell’US Department of Energy come parte dei test atomici, poi ridisegnato e aggiornato dall’università delle Hawaii, dagli stessi laboratori di Sandia, dal Dipartimento della Difesa e dalla Aerojet Rocketdyne, che ha costruito i motori per i 3 stadi del missile.

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SUPER STRYPI NON CE L’HA FATTA –

La derivazione militare del progetto è evidente fin dalla rampa mobile usata per lanciarlo, ma questo primo esperimento per ora ha mostrato che il progetto è ancora lontano dall’affidabilità necessaria. Dopo poco più di un minuto dal lancio il razzo ha infatti perso il suo assetto cominciando a roteare su se stesso e costringendo gli operatori a far abortire la missione distruggendo il vettore.

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