Così l’Italia ha perso 23 miliardi di euro in fuga dei cervelli

Così l’Italia ha perso 23 miliardi: con la fuga di cervelli. Il dramma dei laureati che lasciano il paese non è un problema solo sul lato umano, con la perdita di risorse preziose per lo sviluppo dell’Italia, e sul lato emotivo, fra storie difficili e intense di giovani costretti a cercare fortuna oltre frontiera: è un problema anche dal punto di vista economico, secondo i calcoli di Federico Fubini su Repubblica. In breve: soldi buttati. 

Roma, il professore di Architettura che vendeva esami a 2000 euro
Vincenzo Livieri – LaPresse

LA FUGA DEI CERVELLI, 23 MILIARDI BRUCIATI

Tanti soldi. Sono 23 i miliardi complessivi, corrispondenti all’investimento in istruzione e formazione dei tanti laureati che trovano lavoro altrove. “Ogni giorno un’emorragia verso l’estero di risorse (anche) finanziarie di simile entità si consuma sull’infrastruttura di base di ogni paese: i suoi abitanti”, scrive Fubini: “Alla più cauta delle stime, dal 2008 a 2014 è emigrato all’estero un gruppo di italiani la cui istruzione nel complesso è costata allo stato 23 miliardi di euro. Sono 23 miliardi dei contribuenti regalati ad altre economie”. Qualche calcolo veloce dimostra che sono “una cifra doppia di quanto occorra per stendere la rete Internet ad alta velocità che in questo Paese continua a mancare, o un terzo dell’intera rete ferroviaria ad alta velocità”.

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VERSO L’INGHILTERRA E VERSO LA GERMANIA

Qualche esempio.

Giorni fa invece Alberto Alemanno, 40 anni, laureato all’Università di Torino, docente di Diritto della Haute École Commerciale di Parigi e della New York University, è stato designato come Young Global Leader del World Economic Forum. Nel frattempo Alberto Quaranta (nome modificato su sua richiesta), 43 anni, laureato a Pescara, già architetto in una città pugliese, ha terminato il suo inserimento come impiegato nei magazzini dell’aeroporto di Monaco di Baviera. Il primo è riuscito ad arrivare al posto per il quale aveva studiato, il secondo no. Ma i due hanno lo stesso qualcosa in comune: entrambi sono stati oggetto di un investimento di (almeno) 163 mila euro da parte della collettività italiana per il loro percorso formativo, dall’età di tre anni fino alla laurea

Questi calcoli arrivano grazie al rapporto “Education at a Glance” dell’Ocse.

Chi si istruisce in Italia costi 6.000 dollari l’anno quando frequenta una scuola materna pubblica, 8.000 l’anno alle elementari, 9.000 alle medie e alle superiori e 10.000 all’università. Per i contribuenti il costo (di base) di produzione di un laureato in Italia è di centinaia di migliaia di euro. Ogni volta che una di queste persone lascia l’Italia, quell’investimento in sapere se ne va con lui o con lei

Un “trasferimento di fondi” che sta acquistando, ormai, dimensioni massicce: si parla di un travaso da 1,5 miliardi di euro verso il Regno Unito, e 650 milioni di euro verso la Germania, e oltre 100 milioni verso il Brasile.

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