L’Istituto superiore di Sanità sta pensando di allargare la zona rossa a Bergamo

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Gli ultimi casi dovrebbero portare a un'attenzione maggiore oltre al Lodigiano

I dati che arrivano dalla Lombardia hanno portato la protezione civile e l’Istituto Superiore di Sanità ad aprire le porte alla possibilità di allargare la zona rossa Coronavirus. Oltre al Lodigiano e alla provincia di Padova, numerosi casi sono stati registrati nelle ultime ore a Bergamo e provincia. E proprio la Lombardia continua a contare il maggior numero dei risultati positivi al test, dei morti e dei ricoverati in terapia intensiva in diverse strutture ospedaliere.



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«Stiamo valutando l’opportunità di estendere la zona rossa sulla base di alcuni criteri epidemiologici, geografici e di fattibilità della misura – ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro durante la conferenza stampa alla protezione civile in cui è stato aggiornato il bollettino quotidiano -. Stiamo analizzando con la Lombardia con grande attenzione su nuovi casi per comuni della cintura bergamasca e stiamo vedendo con i dati d’incidenza e in base ai tassi di riproduzione del virus».



La zona rossa Coronavirus allargata al Bergamasco

Tra Bergamo e provincia, infatti, sono numerose le persone risultate positive al test sul Coronavirus. Tra di loro c’è anche una neonata che si trova ricoverata, ma non intubata, all’ospedale Papa Giovanni: «E’ arrivata con sintomi alle vie respiratorie, il tampone è risultato positivo – ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Gallera -. La bambina respira autonomamente e non è in una situazione particolarmente compromessa, ma è in isolamento».

La valutazione richiesta dalla Regione Lombardia

Lo stesso Gallera ha poi aperto alla possibilità di ampliare la zona rossa Coronavirus anche alla provincia di Bergamo: «Abbiamo chiesto all’Istituto superiore di sanità di fare le valutazione. E’ un dato oggettivo che in quell’area oggi il numero dei contagi è uno dei più alti. Abbiamo chiesto ai tecnici di fare valutazione e di suggerire interventi. Se ci dicono che l’unico modo è di istituire un’altra zona rossa, ne prendiamo atto. A noi interessa la salute dei cittadini».