«Zanardi quel giorno non avrebbe dovuto correre»

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Le parole del direttore sportivo di Obiettivo 3

Respinge tutte le fastidiose accuse di questi giorni Pietro Dainese, il direttore sportivo di Obiettivo 3, l’organizzatore della staffetta che da Luino dovrà arrivare (e continuerà a farlo per volere di Daniela, la moglie di Alex Zanardi) a Santa Maria di Leuca. Non era una manifestazione sportiva ufficiale – del resto queste ultime non si possono organizzare in Italia fino al 1° agosto prossimo -, non c’era bisogno di permessi e di autorizzazioni, non c’era una vera e propria scorta. E, soprattutto, Zanardi in strada non ci sarebbe dovuto stare il 19 giugno.



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Zanardi non avrebbe dovuto correre la tappa di Pienza

Un dettaglio non da poco quello rivelato a Repubblica dal direttore sportivo, che ha parlato della giornata in cui c’è stato il tragico incidente tra l’handbike del quattro volte campione olimpico e un camion guidato da un 44enne che si trovava a transitare nel senso opposto rispetto a quello percorso dal piccolo gruppetto di corridori in cui c’era anche Zanardi.



«La corsa di Zanardi non era in programma, non quel pezzo di strada – ha rivelato Dainese a Repubblica -. Ma si trovava lì e, come spesso accade, si è lasciato coinvolgere dall’entusiasmo dei nostri atleti. Per questo ha deciso di esserci per onorare il messaggio che volevamo mandare con la staffetta». Un messaggio che, sottolinea il direttore sportivo, doveva essere di speranza per l’Italia intera, soprattutto all’indomani dell’acutizzarsi dell’emergenza coronavirus.

Le parole del direttore sportivo di Zanardi sull’incidente e sull’organizzazione della corsa

Per dimostrare che l’Italia può farcela, infatti, la staffetta di Obiettivo 3 aveva messo in strada degli atleti diversamente abili: il senso della corsa era ‘se possono farcela persone che non hanno le gambe, possono farcela tutti’. Una tragica fatalità quella che ha accompagnato Zanardi, dunque, che ha sempre – lo ha sottolineato Dainese – rispettato le regole e ha sempre vissuto le cose a cui partecipava con entusiasmo. Per questo al direttore sportivo hanno dato fastidio le accuse ricevute fino a questo momento, con un’indagine che sta cercando di chiarire le circostanze dell’incidente.