Anche in Senegal il governo blocca Youtube e le televisioni per reprimere l’opposizione

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Le autorità governative non si fanno scrupoli nel bloccare l'utilizzo dei social media per sedare le rivolte dell'opposizione dopo l'arresto di Ousmane Sonko

Su Twitter sale rapidamente l’hashtag #FreeSenegal per quello che sta succedendo nel paese dell’Africa Occidentale. Il deputato Ousmane Sonko, principale oppositore del potere senegalese e candidato alle prossime elezioni, è stato arrestato e il fatto ha causato una serie di disordini gravi a Dakar come non se ne vedevano da anni. I disordini, oltre che nella capitale, sono stati identificati un po’ ovunque e si sono registrati morti, feriti e parecchi arresti. Media e social network hanno avuto – come è successo in Myanmar – un ruolo di rilievo nelle rivolte, con due televisioni private – Walf TV e SEN TV – che sono state chiuse perché hanno parlato troppo della questione. Lo stesso sta succedendo a Youtube Senegal e altre piattaforme social nel paese.




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Youtube Senegal bloccato

Dei disordini nel paese e del blocco di internet e dei mezzi social arrivano notizie da giornali online e su Twitter. Youtube risulta inaccessibile oggi, venerdì 5 marzo. Su Sene Web – portale web per la comunità senegalese in Senegal e nel mondo – viene reso noto che «gli utenti di internet temono semplicemente la censura, che comporterebbe un duro colpo per il diritto all’informazione in questi tempi difficili che seguono l’arresto del leader dell’opposizione senegalese Ousmane Sonko».

Anche stavolta i social media svolgono un ruolo fondamentale

Proprio come è successo in Myanmar, anche in Senegal il ruolo dei social media in questo frangente è rilevante e l’azione governativa per far tacere la ribellione da parte dell’opposizione è netta, arrivando a impedire le comunicazione. La questione viene denunciata da tanti su Twitter – compresi personaggi famosi – compresa Oloni Baby, sex blogger con più di 200 mila follower su Twitter – e c’è anche chi chiede l’intervento dell’Europa.