Wikipedia è troppo Wiki per essere vera

Molti di noi hanno donato, ogni anno, una cifra più o meno simbolica per permettere a Wikipedia, l’enciclopedia del web, quella che può essere arricchita dai contributi degli utenti (in gergo tecnico, open source), di continuare a esistere, sostenendo i normali costi di gestione. Bene, sappiate che il caso più lampante di «democrazia del sapere» ai tempi del web 2.0 funziona così.

WIKIPEDIA, IL TENTATIVO DI GIORNALETTISMO DI DIVENTARE UNA VOCE DELL’ENCICLOPEDIA ONLINE

Abbiamo provato a registrare su Wikipedia la voce Giornalettismo. Volevamo, per così dire, farci un regalo perché la testata, in questo 2018, festeggerà i suoi dieci anni di attività. Ovviamente, abbiamo fornito alcuni dati relativi alla storia del sito, alle sue varie direzioni, alle sezioni principalemente curate nel corso degli anni, alla sua missione nel campo dell’editoria.

Giornalettismo nasce il 3 aprile 2008 per iniziativa del giornalista Alessandro D’Amato ereditando l’esperienza di un blog di gruppo, fondato dallo stesso D’Amato esattamente due anni prima, il 3 aprile 2006, e attivo fino al dicembre 2007. La testata viene registrata presso il Tribunale di Milano il 29 ottobre 2008. Per alcuni mesi tra fine 2008 e inizio 2009, è diretta da Pino Nicotri. Nel 2010 Giornalettismo da blog collaborativo si trasforma in giornale con una redazione e si colloca tra i primi siti italiani di nuova generazione registrando una notevole crescita di lettori rispetto all’anno precedente.A dicembre 2011 Giornalettismo entra nell’orbita della web company Banzai (oggi e-Price) attraverso Banzai Media[1], uno dei principali editori online italiani. Nel 2013 (dati Google Analytics) raggiunge in media 3,4 milioni di visite mensili e 11,7 milioni di pagine viste.A inizio maggio 2014 a D’Amato succede Marco Esposito, che resta in carica fino a fine 2016. Nel 2016, con la cessione di Banzai Media a Mondadori[2]Giornalettismo resta sotto il controllo di Banzai. A settembre dello stesso anno Nexilia acquista il 70% della società[3]. Da giugno 2017 a febbraio 2018 Giulia Innocenzi è la direttrice editoriale.

Successivamente, oltre a questa prima sezione di presentazione, è stata descritta anche l’attività quotidiana svolta da Giornalettismo.

I giornalisti della testata si occupano soprattutto di politica e temi sociali, dove ad articoli di rassegna stampa nazionale e internazionale si aggiungono contenuti originali e approfondimenti. Fin dall’inizio, Giornalettismo si è caratterizzato per un forte legame con i social network. Negli anni è stata inoltre intensificata l’attività di debunking delle bufale che circolano sul web. In tal senso, l’attività della testata[4] è stata pubblicamente citata dalla Presidente della CameraLaura Boldrini[5] e dal giornalista Enrico Mentana.[6]

Si tratta di una voce leggermente modificata rispetto alla versione iniziale offerta dalla redazione, resa decisamente imparziale rispetto a qualsiasi giudizio di merito sulla testata online Giornalettismo. La voce, attualmente, è stata pubblicata per un periodo di prova, ma in queste ultime ore sta attraversando il severissimo iter d’esame dei moderatori di Wikipedia. Che, con ogni probabilità, entro domani la cancelleranno dal web.

WIKIPEDIA, COME FUNZIONA LA MODERAZIONE

Le motivazioni offerte? Le più disparate. Secondo la maggior parte dei pareri, infatti, la voce avrebbe «un taglio semi-promozionale su una testata online nota sui social ma la cui autorevolezza come testata giornalistica resta tutta da dimostrare». Inoltre, anche se nella nuova versione della voce sono stati eliminati dati autoreferenziali (come il tasso di crescita della testata) o il riferimento a rilevanti notizie originali fatte emergere nell’agenda-setting dei tradizionali organi di informazione (come la bufala del ragazzo nero sul Frecciarossa senza biglietto), i moderatori hanno ritenuto la voce «non enciclopedica».

Tuttavia, sono gli stessi moderatori (che, a quanto pare, hanno visioni ideologiche diverse) a non ritenere valutazioni come «non enciclopedica» opportune per la bontà o meno di una voce, in quanto «in una discussione consensuale, si pesano solo le argomentazioni e non le affermazioni assiomatiche». Proprio come «non enciclopedica», appunto: eppure questo giudizio è stato espresso da ben quattro su sette moderatori decisi a cancellare la voce Giornalettismo da Wikipedia (l’ottavo giudizio, che ha completato l’analisi, si schierava invece a favore dell’inserimento di Giornalettismo nell’enciclopedia online).

WIKIPEDIA, QUALCHE DUBBIO SULLE VALUTAZIONI

Altri moderatori, inoltre, hanno espresso dubbi sul fatto che Giornalettismo potesse essere considerata una fonte attendibile per altre voci di Wikipedia. Quindi è opportuno che i tanto severi censori della nostra pagina rivedano completamente almeno 313 voci dell’enciclopedia online che, come si può evincere da questo link, utilizzano Giornalettismo come fonte.

Inoltre non si capisce come altre testate online – competitors di Giornalettismo – come Il Post, Dagospia, The Post Internazionale, Affari Italiani, Fanpage (anche più recenti) abbiano il diritto di entrare a far parte di questa enciclopedia libera. Che, forse, tanto libera non lo è. Alcuni sostengono che Wikipedia sia diventata, ormai, la sesta W del giornalismo. Non eravamo d’accordo prima con questa affermazione, figuriamoci ora che ne abbiamo compreso i meccanismi.

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