Il contributo di WeVoz alla storia di internet e dei social in Italia | RAM – La rete a memoria

Categorie: Social Network

Presentiamo la sedicesima puntata di un nuovo format di Giornalettismo: una serie di conversazioni in vocale con i protagonisti che hanno dato la loro impronta a internet in Italia

A tu per tu con i protagonisti della rete. È quello che si prefigge di fare il nostro format RAM – La rete a memoria. Nel corso di diverse puntate – disponibili anche sulla pagina Instagram di Giornalettismo -, si proporranno delle conversazioni con i protagonisti della storia di internet in Italia. L’idea è quella di un racconto attraverso una semplice conversazione via app di messaggistica, con gli intervistati che rispondono alle nostre domande con dei messaggi vocali. Un modo per entrare in empatia con chi – di solito – sta sempre oltre lo schermo del nostro pc. Il ciclo di puntate continua con la nostra intervista a Manlio Arnone, uno dei founder di WeVoz, il social – made in Italy – dei brevi messaggi vocali.



Il motto è “Free your voice” ed è emblematico dell’idea alla base del progetto lanciato in rete da sei persone: WeVoz. Un social che si basa sulla voce, su brevi messaggi vocali. Una piattaforma nata in Italia, a Termini Imerese, che si presenta come una notevole alternativa a quelle app e quei social network che hanno fatto la storia a livello mondiale. Ma proprio dalla Sicilia si è deciso di dare spazio a quell’elemento – la voce – troppo spesso sottovalutato. Ne abbiamo parlato con Manlio Arnone, uno dei founder di questo progetto già ben avviato.

LEGGI ANCHE > Il contributo di The Nemesis alla svolta di internet in Italia e nel mondo | RAM – La rete a memoria



In un ecosistema dinamico – saturo solo all’apparenza – il progetto WeVoz «nasce per colmare il vuoto che oggi si avverte sugli altri social, per dare l’esperienza che non c’era. Crediamo nelle interazioni vocali, come modo più veloce e genuino di comunicazione. Crediamo che la voce sia un elemento di per sé rivoluzionario in un mondo social dominato da immagini e apparenza. Sosteniamo la libertà parola senza le compressioni e compromissioni di natura politica o economica. WeVoz è uno spazio neutro e di libero pensiero». Idee chiare e precise su cui Manlio Arnone, ai microfoni di Giornalettismo, ha voluto mettere l’accento.

WeVoz, il social del messaggi vocali made in Italy

E WeVoz vuole sparigliare le carte sul tavolo verde di internet: «La voce é stata molto sottovalutata: si é passati dal testo ai video e alle immagini, saltando la voce che rappresenta invece il futuro prossimo delle interazioni uomo/macchina. Il risultato é stato quello di costringere gli utenti all’uso dello schermo, rubando loro tempo e vita. WeVoz è un cambiamento epocale, nato per il popolo della rete per farlo uscire dalla rete della schermo dipendenza». Un’alternativa ai social tradizionali? No, molto di più. Un varco lasciato inesplorato colmato, ora, dall’idea di sei italiani che stanno facendo la storia di Internet.