Ad annunciarlo nella giornata di martedì tramite una mail a tutti i dipendenti è stato l’editore del Washington Post Fred Ryan. A partire dal 13 settembre il giornale di Jeff Bezos prevede di riaprire per i suoi dipendenti tre giorni a settimana e a tutti quanti verrà richiesto di presentare la prova della vaccinazione Covid completata con entrambe le dosi.
La prova della vaccinazione sarà a tutti gli effetti una condizione di impiego, quindi, per coloro che vorranno rientrare in sede. Sono stati i dipendenti stessi a far emergere una serie di preoccupazioni rispetto alla situazioni varianti. «Anche se la stragrande maggioranza dei dipendenti del Post ha già fornito la prova della vaccinazione – ha scritto l’editore – non prendo questa decisione alla leggera».
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La decisione è stata presa tenendo in considerazione « i seri problemi di salute e le genuine preoccupazioni di sicurezza di così tanti impiegati del Post». Saranno più di mille i giornalisti che dovranno fornire la certificazione di vaccinazione avvenuta entro il 13 settembre e la stessa regola dovrebbe valere per gli appaltatori e gli ospiti che si troveranno a entrare negli uffici del Washington Post.
La regola, comunque, prevede delle eccezioni. Chi ha «condizioni mediche documentate e preoccupazioni religiose». La prima fase di ritorno in ufficio e alla vita come la conoscevamo al Washington Post, quindi, ha inizio da metà settembre dopo quasi un anno e mezzo di lavoro a distanza. Non solo il celebre giornale ma, in generale, tutte le aziende Usa stanno programmando il ritorno in ufficio e Apple lo ha già fatto slittare di un mese – a fine ottobre – per la questione casi in aumento e variante in agguato. Anche la CNN ha scelto di chiedere la vaccinazione con due dosi ai suoi dipendenti.