Vuoi comprare una profuga siriana? Prova su Facebook

«Rifugiate siriane a scopo matrimonio». Il nome della pagina Facebook, che fino a qualche giorno fa era pubblica e perfettamente accessibile a chiunque, non lasciava spazio a equivoci. Così come erano poco equivocabili quei quindicimila “Like” che la pagina aveva raccolto in capo a pochi giorni. Una specie di mercatino delle profughe che è stato chiuso solo dopo le numerose segnalazioni degli utenti, anche se in principio i vertici di Facebook avevano abbozzato, sostenendo che la pagina non violava le regole del social network.

profughe siriane in vendita facebook (3)
Foto via: El Mundo

GLI ANNUNCI SULLA PAGINA – Della pagina Facebook nata per la compravendita di donne siriane in fuga dalla guerra civile ne parla il quotidiano spagnolo El Mundo, che riporta anche alcuni degli annunci che era possibile trovare nella bacheca: «Divorziata, 26 anni, siriana, musulmana con il velo che vive in Egitto», e di seguito alcuni indizi che fanno capire come sarebbe stata la giovane donna a decidere di offrirsi al miglior offerente perché «infelice nella casa dove vive» e in cerca di un uomo «onesto e serio» che possa prendersi cura di lei e di suo figlio.

TRATTA DELLE PROFUGHE SIRIANE – Sapere chi abbia creato questa pagina Facebook ormai scomparsa è praticamente impossibile. Ma di certo questa non è l’unica: le organizzazioni umanitarie che seguono ormai da tre anni il sanguinoso conflitto in Siria sono al corrente che quello delle rifugiate siriane e un traffico che è cresciuto esponenzialmente dall’inizio della guerra civile. Ed è anche cosa nota che, per ogni sito chiuso o ogni pagina bloccata sui social network, ne spunta un’altra da qualche altra parte del web.

«VENDESI RIFUGIATE COME SPOSE» – Secondo quanto riporta al-Arabiya, la pagina sarebbe stata chiusa per la prima volta il 16 maggio scorso e poi riaperta con lo stesso nome, ma senza foto di ragazze in bella mostra. In arabo, alla voce “Informazioni”, una sola esortazione: «Condividete questa pagina in tutto il mondo arabo, di ogni età o religione». Molti utenti hanno espresso il proprio disgusto: «Viviamo in un mondo malato – aveva scritto un utente su Twitter – Ora su Facebook: in vendita profughe siriane come spose. Anche se Facebook chiuderà la pagina, questo è quello che succede». Ora la pagina è stata chiusa nuovamente, dopo una nuova raffica di segnalazioni, ma la tratta delle giovani donne siriane, di certo, non è destinata a fermarsi qui, e soprattutto non ha bisogno del web per continuare a esistere.

 

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UN TRAFFICO CHE NON HA BISOGNO DI INTERNET – «Gli intermediari di questo traffico possono essere i tassisti che agiscono per conto di stranieri, i capi religiosi degli ambienti più conservatori, altri rifugiati che organizzano un vero e proprio racket coinvolgendo le loro stesse connazionali. Talvolta, nel traffico delle profughe siriane sono coinvolti anche gli operatori delle piccole ONG operanti in loco, che cercano ragazzine di sedici o diciassette anni da vendere» – a parlare è la giornalista libanese Ana Maria Luca, descrivendo un fenomeno che nel suo paese sarebbe sempre più frequente. Il Libano ha accolto oltre un milione di profughi siriani, fuggiti oltre il confine per sfuggire alla guerra.

«NON SI TRATTA PIÙ DI MATRIMONI COMBINATI» – Quella dei matrimoni combinati è una pratica comune in tutto il mondo arabo, e la Siria non fa eccezione. Ma, come spiega Lama Fakih di Human Rights Watch, normalmente si tratta di un modo per stabilire alleanze con le famiglie. Oggi invece, per quanto riguarda le profughe siriane, ciò che sposta l’ago della bilancia è soltanto il denaro, con il risultato che le donne sono ancora più vulnerabili ed esposte alle violenze. L’UNHCR ha stimato che i profughi siriani sono in tutto più di tre milioni e mezzo. L’ottanta percento sono donne e bambini.

(Photocredit copertina:  SAFIN HAMED/AFP/Getty Images)

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