Com’è la storia del volontario morto in Brasile che «partecipava alla sperimentazione del vaccino Astrazeneca»

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La notizia della sua morte era diventata virale soprattutto tra i no vax

È bastata la gestione piuttosto superficiale di una notizia arrivata dall’agenzia sanitaria brasiliana Anvisa (Agência Nacional de Vigilância Sanitária) per diffondere l’informazione – diventata immediatamente virale sui social network – di un volontario vaccino morto in Brasile mentre partecipava alla sperimentazione di Astrazeneca (quella in collaborazione con Oxford e con l’Irb di Pomezia e che, stando alle parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, potrebbe portare alle prime dosi di vaccino contro il coronavirus già nel mese di dicembre). Cosa c’è di vero e cosa invece va verificato in questa vicenda?



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Volontario vaccino morto, cosa c’è di falso in questa storia

Innanzitutto, si parte dalle origini. È vero che un ragazzo di 28 anni – un medico che aveva contratto il coronavirus – è morto nei giorni scorsi (la notizia risale al 19 ottobre 2020, quando l’Anvisa è stata informata del decesso) ed è vero che stava partecipando alla sperimentazione del vaccino Astrazeneca. Dunque, è vero che il ragazzo è morto a causa di una reazione avversa del vaccino? No.



Chiaramente, com’è noto anche a chi non sia particolarmente esperto di sperimentazioni farmaceutiche, gli studi per mettere in commercio un vaccino sono fatti su un campione vasto di popolazione, che tuttavia non è mai sottoposto interamente alla somministrazione del vaccino stesso: parte del campione, infatti, viene trattato con un placebo. Nessuno – né tra i medici che conducono la sperimentazione, né tra i pazienti – inizialmente sa quali siano i pazienti a cui è stato somministrato il vaccino e quelli a cui è stato somministrato il placebo.

Volontario vaccino morto, come stanno davvero le cose

Dunque, già inizialmente associare la morte del 28enne al vaccino era quantomeno azzardato. Ma ci sono stati anche ulteriori sviluppi. Bloomberg, agenzia di informazione americana tra le più rinomate al mondo, è riuscita a ottenere un retroscena in base al quale al 28enne in questione sarebbe stato somministrato il placebo e che, quindi, sarebbe morto per altre cause, probabilmente un inasprimento proprio del Covid-19 da cui era affetto (unica patologia di cui soffriva).



In ogni caso, Astrazeneca ha annunciato che questo fatto di cronaca non bloccherà in alcun modo la sperimentazione e che, anzi, «le valutazioni effettuate non hanno condotto ad alcuna preoccupazione in merito alla continuazione dello studio in corso».