Il tempismo di Feltri sulla crisi di governo: «Salvini non rompe, mica è scemo»
09/08/2019 di Enzo Boldi
Erano le 16.25 di ieri (giovedì 8 agosto). Giuseppe Conte era stato da poco ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica e nell’aria si aggiravano già le voci della fine di questo Esecutivo. Dopo qualche minuto, infatti, dalla Lega e da Matteo Salvini è arrivata la pietra tombale su questa esperienza di governo, con la rottura definitiva e la richiesta ufficiale di tornare alle urne per dare all’Italia una nuova maggioranza. E nel bel mezzo della tempesta, con un tempismo invidiabile, Vittorio Feltri aveva twittato rassicurando gli italiani: le Lega non avrebbe mai rotto il patto con il Movimento 5 Stelle.
«Mattarella è contrario a elezioni anticipate perché agevolerebbero la Lega mentre lui pende a sinistra cioè verso Zingaretti e Di Maio – scriveva giovedì pomeriggio il direttore di Libero sul proprio profilo Twitter -. Ecco perché Salvini non rompe, nel qual caso sarebbe condannato all’opposizione. Mica è scemo». Mica è scemo. Eppure, a distanza di pochi minuti, ecco che il vaticinio di Vittorio Feltri viene negato da tutto quello di cui stiamo parlando dal pomeriggio di ieri.
Mattarella è contrario a elezioni anticipate perché agevolerebbero la Lega mentre lui pende a sinistra cioè verso Zingaretti e Di Maio. Ecco perché Salvini non rompe, nel qual caso sarebbe condannato all’opposizione. Mica è scemo.
— Vittorio Feltri (@vfeltri) August 8, 2019
Vittorio Feltri e il vaticinio sulla scelta di Salvini
Un tempismo invidiabile. Matteo Salvini – secondo Vittorio Feltri – non aveva alcuna intenzione di far cadere questo governo perché, secondo un disegno che vedrebbe Mattarella sostenitore di una maggioranza Pd-M5S senza passare dalle urne, sarebbe finito all’opposizione e non più al governo. E, invece, la storia ha raccontato un qualcosa di molto diverso dalle previsioni del direttore di Libero.
«Non rompe, non è scemo». Ma alla fine ha rotto
Alla fine, infatti, è stato proprio Matteo Salvini a rompere definitivamente (dopo mesi di sopportazione reciproca) il patto di governo con il Movimento 5 Stelle e, addirittura, con la mozione di sfiducia a Giuseppe Conte presentata dalla Lega – a prima firma del capogruppo del Carroccio a Palazzo Madama, Romeo – in Senato.
(foto di copertina: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)