Viterbo, il padre di uno degli arrestati: «Sì, gli ho detto di buttare il telefono»

Le colpe dei padri non ricadono sui figli. E viceversa. Ma dal caso di Viterbo stanno, pian piano, emergendo diversi dettagli che mostrano come quell’atto criminale sia stato perpetrato senza nessuno scrupolo nei confronti della 36enne rimasta vittima, secondo gli inquirenti, delle violenze di Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci, due militanti di CasaPound. Le immagini sui loro smartphone sono la prova principe che inchioderebbe i due alle loro responsabilità, nonostante il loro tentativo di far sparire quanto contenuto sul proprio telefono. Anzi, il padre di uno dei due arrestati ha anche consigliato al figlio di gettare via il proprio cellulare e, intervistato da La Repubblica, non lo nega.

«Sì, certo, sono io che ho mandato quel messaggio sulla chat – spiega all’inviato di Repubblica Roberto Licci, padre del 19enne accusato insieme all’ex consigliere di CasaPound a Vallerano, Francesco Chiricozzi, dello stupro di Viterbo -. L’ho fatto per cercare di aiutarlo. Sono il padre, non ho difficoltà ad ammetterlo: aiutare un figlio non è qualcosa per cui si possa essere incriminati». La realtà che accompagna questa confessione è, però, contenuta anche nelle carte degli inquirenti. Nell’ordinanza che ha disposto l’arresto dei due amici, è inserito il contenuto della chat del gruppo ‘Blocco Studentesco’: alle 23.16, il mittente ‘Papà’ scrive: «Riccardo, butta il cellulare subito».

Viterbo, parla il padre di uno degli arrestati

Il padre di Riccardo Licci spiega di non aver visto quel video, anche se i magistrati che stanno indagando sul caso sono sicuri che le immagini siano state condivise in quella stessa chat di cui faceva parte anche l’uomo, che non ha mai nascosto le sue simpatie per il movimento di estrema destra in cui militava anche suo figlio.

Un fulmine a ciel sereno

«Se mio figlio fosse davvero colpevole – prosegue Roberto Licci a La Repubblica – sarei il primo a sapere come comportarmi con lui. L’ho cresciuto con dei valori. Se fosse vero sarei disperato. Io e mia moglie siamo distrutti. È successo da pochi giorni, un fulmine a ciel sereno.

(foto di copertina: ANSA/POLIZIA)

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