Il servizio di Amazon per “provarsi” le scarpe attraverso la realtà aumentata

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Basterà "puntare" la telecamera del proprio smartphone sui piedi per vedere l'effetto

Acquistare oggetti di abbigliamento online comporta sempre alcuni rischi, anche affidandosi a grandi catene di e-commerce o a negozi fisici che – come ormai fanno quasi tutti i grandi marchi – consento di comprare attraverso le piattaforme dedicate. Molti brand offrono i servizi di reso (spesso gratuiti) per andare incontro alle esigenze degli utenti-clienti non soddisfatti di una taglia o del prodotto acquistato. E ora Amazon ha iniziato a offrire un servizio in grado di sfruttare la realtà aumentata per “provare” le scarpe che si vogliono acquistare: si chiama “virtual try-on” e, per il momento, è in fase di utilizzo e test limitato a un’area geografica e ad alcuni dispositivi mobile.



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Canada e Stati Uniti. Sono questi i due Paesi in cui, da alcune ore, è disponibile questo servizio. Per il momento – in attesa dello sviluppo per i dispositivi Android – virtual try-on è utilizzabile solamente attraverso l’app di Amazon per iOS. Ma, come già indicato dall’azienda, a breve sarà esteso anche a tutti gli altri sistemi operativi mobile. E nei prossimi mesi dovrebbe varcare i confini dell’Oceano Atlantico per arrivare anche in Europa. Come detto, però, si tratta di uno strumento utile solamente a una valutazione meramente estetica della scarpa (sono molti i brand che hanno avviato questa collaborazione: New Balance, Adidas, Reebok, Puma, Superga, Lacoste, Asics e Saucony) che l’utente vuole acquistare.



Virtual try-on, Amazon fa “provare” le scarpe con la realtà aumentata

Il procedimento è piuttosto semplice: «Dopo aver selezionato una scarpa, i clienti possono toccare il pulsante “Prova virtuale” (Virtual try-on) sotto l’immagine del prodotto e puntare la fotocamera del proprio dispositivo mobile verso i loro piedi per vedere come stanno le scarpe su di loro. I clienti possono quindi muovere i piedi per vedere come stanno le scarpe da ogni angolazione». Una valutazione estetica e che, inevitabilmente, non può restituire feedback sulla “comodità” (per esempio) del prodotto selezionato. Perché, ovviamente, la realtà aumentata non è in grado di fornire quelle percezioni fisiche, ma solo quelle visive.