La virologa Viola sul nuovo Dpcm: «punti non toccati» a partire dal «nodo cruciale» dei trasporti

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Da un lato il Cts afferma che la questione trasporti non è così incisiva nel contagio, dal'altro la virologa Viola non è d'accordo

La virologa Viola ha fornito il suo parere rispetto al nuovo Dpcm chiarendo immediatamente: «Nessuna polemica e totale rispetto per le regole». Il suo è un parere da esperta che non vuole tanto criticare apertamente l’operato di Conte e dei suoi quanto spingere alla riflessione su un paio di punti «che non sono stati toccati e che, invece, per la loro criticità vale la pena ricordare». Primo fra tutti i mezzi pubblici coronavirus, rispetto al quale il Cts ha stabilito un basso impatto nel contagio, ma non mancano nemmeno accenno allo smart working e alle lezioni a distanza – almeno per quanto riguarda le università e gli ultimi due anni di scuola superiore -.  «nodo cruciale» dei trasporti



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Mezzi pubblici coronavirus: il parere della virologa Viola

Sembra andare nella direzione opposta a quanto affermato dal Comitato tecnico scientifico il parere di Antonella Viola. In concomitanza con l’approvazione dell’ultimo Dpcm – che rimarrà in vigore per 30 giorni – Sergio Iavicoli, membro del Comitato tecnico-scientifico che si occupa dell’incidenza del contagio sui mezzi pubblici, ha affermato che non ci sarebbe nessuna reale correlazione tra l’utilizzo dei mezzi pubblici e l’aumento dei contagi. Questo anche contando il tempo di permanenza sui mezzi che, in linea di massima, non dovrebbe dare tempo al virus di diffondersi sui mezzi. La virologa Viola ha invece definito i trasporti «un aspetto cruciale»: «la mascherina non ci può proteggere nelle condizioni di forte assembramento che abbiamo visto in tram e metropolitane», ha detto in riferimento alle situazioni di grandi città come Milano e Roma. «Durante l’estate si sarebbero dovuti trovare dei rimedi», ha aggiunto, «organizzando il potenziamento delle linee pubbliche. Era evidente che con la ripresa di scuola e attività lavorative, ci saremmo trovati in simili condizioni. Ora è tardi, mancano mezzi e personale».



Smart working e lazioni online

Anche rispetto al solo consigliare lo smart working Viola ha definito questo provvedimento poco incisivo: «Perché consigliarlo e non regolamentarlo? Sarebbe stato un segnale forte». Stesso discorso vale anche per la scuola e l’università – con la ministra Azzolina che sta facendo di tutto perché non si torni alle lezioni online -. Secondo l’ordinaria di Patologia generale del dipartimento di Scienze Biomediche dell’università di Padova bisognerebbe «pensare di implementare la didattica a distanza» sia per le università – «dove ho esperienza diretta come docente, il sistema ha funzionato molto bene durante il lockdown» – che per le scuole superiori, precisamente per «gli ultimi due anni» andando a valutarne «costi e benefici».

(Immagine copertina dal profilo Facebook di Selvaggia Lucarelli)