Incendi a Roma, diverse minacce ai giornalisti che coprono gli eventi

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In un caso si tratta dell'enorme incendio a Roma est, nell'altro dell'incendio in una villa in cui hanno perso la vita due persone

Un’aggressività da parte dei cittadini contro i giornalisti, che altro non stanno facendo se non il proprio lavoro, ingiustificabile e che avviene nel contesto degli incendi a Roma. Parliamo di almeno due casi recenti nella capitale. Domenica 10 luglio la città è stata scenario dell’ennesimo incendio di questa estate. Stavolta è toccato alla periferia sud est della capitale, vicino a un centro di autodemolizione in via Palmiro Togliatti che è stato colpito dalle fiamme. Proprio in questo frangente ci sono state pesanti minacce giornalisti incendi Roma con tanto di aggressione fisica documentata grazie alle telecamere. La decisa aggressione fisica operata da più persone è stata bloccata solo grazie all’intervento degli agenti presenti sul posto.



L’incendio è partito attorno alle 17 in un area incolta nel parco di Centocelle e si è espanso molto rapidamente fino al centro di autodemolizione della Palmiro Togliatti dove si sono radunate le persone ed è avvenuta l’aggressione. I vigili del fuoco sono riusciti a domare le fiamme ma il denso fumo prodotto dalla combustione di plastiche, liquidi infiammabili delle auto rottamate e pneumatici ha causato non pochi problemi all’aria della capitale.


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Minacce giornalisti incendi Roma: «Andate via o vi ammazzo»

Tutto è cominciato perché i giornalisti si trovavano lì sul posto per documentare l’incendio in corso e le sue conseguenze. «Che ca*zo fate i servizi? Pezzo di mer*a!» o, ancora, «tanto poi scrivete quello che volete. A casa vostra dovete toranre, a scrivere le cazzate». Queste alcune delle frasi dette con pesante accento romano ai giornalisti dopo che qualcuno dei presenti ha incitato il resto del gruppo a cacciare via tutti indicando uno degli operatori. La troupe si è trovata costretta a indietreggiare per mettersi a riparo. Una donna interviene per fermare uno degli uomini più aggressivi insieme a uno dei carabinieri.

Altra aggressione a una giornalista di Repubblica

«Il Cdr di Repubblica esprime vicinanza e solidarietà alla collega Romina Marceca, aggredita verbalmente e minacciata mentre era impegnata in un servizio per la cronaca di Roma»: inizia così il comunicato di solidarietà da parte dei colleghi di Repubblica per la giornalista che ha scelto di denunciare l’aggressione subita mentre lavorava per coprire un incendio nel quartiere di Bravetta presso una villa in cui hanno perso la vita madre e figlio. «Chiediamo che i responsabili vengano individuati e puniti e ribadiamo che nessuna intimidazione fermerà l’impegno dei giornalisti di Repubblica che ogni giorno lavorano con professionalità per documentare fatti e storie – scrivono i colleghi di Repubblica – Allo stesso tempo esprimiamo preoccupazione per il ripetersi di episodi che vedono i giornalisti vittime di aggressioni mentre sono impegnati nello svolgere il proprio lavoro».

La giornalista ha raccontato la storia per filo e per segno, specificando di essersi presentata alla famiglia come giornalista e di aver parlato con calma e commozione con la sorella della vittima. «Quando sono uscita dal residence, ho salutato un giovane, un amico di una delle due vittime. Questo signore mi ha chiamata ‘sciacalla’ e ‘merda’. Poi mi ha aggiunto frasi offensive davanti alle persone presenti. Ho chiesto il perché di tanta aggressività. Lui mi ha urlato contro per spaventarmi, devo dire riuscendoci. Ero molto scossa – ha spiegato Marceca – A quel punto gli ho detto che mi stava aggredendo su una pubblica via e senza alcun motivo e che, sentendomi minacciata, stavo per chiamare la polizia. Lui ha risposto: ‘Siamo venti contro una’. E un suo amico ha aggiunto: ‘Non ti do una pizza, perché non hai i baffi’». In seguito altre persone l’hanno accerchiata – come è accaduto nell’incendio a Roma est – con lo scopo di cacciarla.