Il caso del 15% delle persone in viaggio verso la Puglia che aveva febbre e sintomi influenzali

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Si tratta di dati che fanno riferimento all'ultimo finesettimana

Il grande rientro negli scorsi due finesettimana dal nord al sud. È stato per giorni un motivo di discussione e di contrasti su quanto stava accadendo in Italia nella fase dell’emergenza coronavirus. Dopo i due decreti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, infatti, si è assistito alle famose scene di viaggio sulla direttrice nord-sud che di certo non hanno agevolato il contrasto al coronavirus. Anzi: lo hanno in qualche modo condizionato in negativo. Soltanto qualche giorno fa, il direttore del reparto di Malattie infettive del Policlinico di Bari, Gioacchino Angarano, aveva detto che nei reparti ci sono molte persone contagiate con figli venuti dal nord. Adesso, l’analisi di altri dati porta a riflettere sui viaggiatori in Puglia con febbre e sintomi influenzali.



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Viaggiatori in Puglia con febbre: il caso delle rilevazioni

Secondo quanto riportato da Repubblica – che ha citato come fonte alcune indagini effettuate dai Dipartimenti di prevenzione delle Asl – soltanto nello scorso finesettimana, il 15% delle persone che sono rientrate in Puglia da Veneto e Lombardia presentava febbre o sintomi influenzali. Al di là delle misure previste dal dpcm che sconsigliano qualsiasi spostamento non necessario e lo sottopongono a una precisa autocertificazione, è il buon senso stesso a suggerire – soprattutto a quelle persone che provengono da aree a rischio – di non mettersi in viaggio in caso di febbre.



Eppure, a quanto pare, c’è chi lo ha fatto. Sempre lo stesso Dipartimento di prevenzione ha constatato che 466 pugliesi oggi positivi hanno avuto contatti diretti o indiretti con persone passate dalla zona rossa lombarda oppure veneta. Insomma, la direttrice del contagio sembra proprio essere quella che in tanti cercavano di scongiurare soltanto qualche settimana fa, chiedendo insistentemente di non spostarsi da nord a sud.

Anche in virtù di casi come questo, dunque, il governo ha predisposto una modifica nell’autocertificazione, comunicata il 17 marzo. All’interno di questo documento, infatti, si sottolinea anche la necessità di comunicare l’assenza di sintomi da Covid-19 e il fatto di non essere sottoposti a misure di quarantena. Un tentativo di arginare casi come quello fatto registrare in Puglia.