Sei righe per raccontare la morte per Covid di una donna di 33 anni, 13 righe per descrivere la vita del marito

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Il post di Telenuova sta facendo discutere

Veronica Stile aveva 33 anni. Una donna brillante che si è spenta, nei giorni scorsi, a Napoli dove era ricoverata in ospedale a causa del coronaviurus. L’emittente Telenuova – da sempre impegnata sul territorio per descrivere fatti e notizie di cronaca – ha dedicato ampio spazio alla vicenda. Ovviamente, lo ha fatto per ragioni di prossimità geografica – la donna abitava a Nocera Inferiore e l’intera comunità cittadina è rimasta sconvolta da questa precoce scomparsa -, documentando l’episodio sotto ogni punto di vista. Ma quello che più ha colpito è stato il modo di diffondere la notizia il 27 novembre scorso, con un lungo post su Facebook.



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Veronica Stile e il post con la notizia della sua morte



Ecco il testo integrale del post:

«Veronica Stile, avvocato, era positiva al Covid 19. Per questo motivo era ricoverata a Napoli per le complicanze della malattia che le avevano intaccato i polmoni. Ma ha dovuto fronteggiare anche complicanze ematologiche. E alla fine il virus ha avuto, purtroppo, la meglio. Veronica, donna gentile, moglie innamorata, mamma premurosa, è spirata la notte scorsa. Era sposata con Rosario Stanzione, brillante giovane imprenditore che, grazie alle sue intuizioni, ha anticipato i tempi imponendosi a livello europeo con la vendita on line di ricambi per telefonini. Insieme al suo amico e socio ha costituito Vendilo, una società che oggi dà lavoro a diversi giovani. Due anni fa ha diversificato il business investendo in alcune pizzerie acquisendo il marchio di successo “O’ Sarracino”. Ex calciatore ha voluto anche aperto un centro sportivo con campi di calcetto. Come il papà Alfonso, dipendente comunale scomparso alcuni anni fa, è molto legato al quartiere Vescovado dove è nato e ancora vive. Ogni anno si prodiga, come faceva il papà, a tenere viva la tradizione della festa del patrono della città, San Prisco, la cui cattedrale è il simbolo del Vescovado».



Ovviamente, c’è qualcosa che salta subito all’occhio. La notizia della morte della donna si esaurisce nelle prime sei righe di testo. Il resto, invece, è rappresentato dalla biografia del marito Rosario Stanzione: ben 13 righe in cui si parla della sua attività imprenditoriale e del bene che ha fatto per la sua comunità di appartenenza. Una sproporzione che non è passata inosservata e che ha provocato diverse critiche da parte degli utenti dei social network, alcuni dei quali l’hanno ritenuta una mancanza di rispetto nei confronti della giovane vittima di coronavirus. La domanda che sorge spontanea a chi si occupa di informazione è: ma per quale motivo, per raccontare una vicenda la cui protagonista è una donna, si deve per forza parlare del marito? E perché la descrizione dell’attività di quest’ultimo ricopre uno spazio doppio rispetto alla notizia stessa riguardante la giovane donna?