Un test per riconoscere i pedofili è possibile
22/05/2014 di Redazione
Lo studio dei circuiti cerebrali che rispondono ai volti e al sesso potrebbe in un futuro nemmeno tanto remoto aiutarci a riconoscere i pedofili con una semplice scansione del cervello. Non si tratta della trama di film fantascientifico, ma di quanto spiegato in un articolo pubblicato ieri sulla rivista scientifica Biology Letters, da Jorge Ponseti, un ricercatore dell’Università di Kiel, in Germania, alla ricerca di nuovi modi per riconoscere le persone affette da disturbi del desiderio sessuale e impegnato nello studio delle radici evolutive del sesso.
IL TEST – Nel regno animale, ha spiegato lo studioso, ci possono essere diversi meccanismi che impediscono agli adulti di tentare di avere rapporti sessuali con esemplari giovanissimi. Nel caso dei topi, ad esempio, sono alcuni ferormoni ad inibire il comportamento degli adulti. Quando in laboratorio è stata inibita la produzione dei ferormoni nei topi più piccoli, i maschi adulti hanno iniziato ad accoppiarsi con loro. Per quanto riguarda gli uomini è stato invece effettuato un test diverso. Attraverso una risonanza magnetica funzionale sono state osservate le reazioni del cervello di 56 uomini alla vista di un bambino o di un adulto. 11 delle persone che hanno partecipato al test erano pedofili eterosessuali, altre 13 pedofili omosessuali, 18 erano invece gli eterosessuali non pedofili e 14, infine, gli omosessuali non pedofili. Alcuni dei pedofili, ricoverati in clinica per cure psichiatriche, sono stati esplicitamente invitati allo studio, altri sono stati sottoposti alla psicoterapia sotto ordine di un giudice.
IL RISULTATO – Ebbene, dal test è emerso che nel caso di uomini attratti dagli adulti, alla vista di immagini di persone adulte, alcune regioni del cervello, ad esempio la corteccia prefrontale, lo striato, il nucleo caudato, si attivano di più rispetto a quanto non si attivino invece nel caso dei pedofili. Al contrario quelle stesse regioni, quando sono state mostrate foto di bambini, si sono attivate di più nei pedofili rispetto agli uomini attratti dagli adulti. Secondo Ponseti, dunque, i risultati dell’esperimento inducono a pensare che è possibile mettere a punto un esame affidabile per riconoscere i pedofili mostrando loro foto di bambini, anche se – ha precisato il ricercatore – sono necessarie ulteriori ricerche. È importante – ha spiegato Ponseti – scoprire se il cervello di un adulto mostra una particolare risposta alla vista del bambino perché normalmente esposto al volto dei bambini, come nel caso degli insegnanti, o perché sessualmente attratto. Indipendentemente dal riconoscimento, resteranno comunque a lungo i dubbi sul perché si diventa pedofili. Secondo alcuni studi – ha rilevato ancora Ponseti – le persone attratte dai bambini hanno avuto problemi nello sviluppo del cervello da giovani e spesso si rileva il disturbo sessuale nelle persone che hanno subito lesioni alla testa prima dei 12 anni.