Come la Ue vuole stringere sulle fake news

C’è una stretta anti fake news da parte dell’Unione europea, con misure per i social network, da Facebook a Twitter, e aiuti ai media tradizionali per sostenere l’informazione di qualità.

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FAKE NEWS: DI COSA PARLA LA STRETTA UE

Tra le novità una piattaforma per fact-checkers “certificati” fino al codice di buone pratiche per i social che, però, resta volontario e non ha valore giuridico vincolante. La Commissione Ue monitorerà l’attuazione del codice di condotta e, a fine anno, valuterà se sarà necessario adottare una vera e propria legislazione per combattere le bufale. Insomma si tratta di un “si vedrà” che lega ben poco gli stati membri.

Tra le misure suggerite dalla Commissione Ue, i social dovranno monitorare meglio il click-baiting, ridurre le opzioni di targeting mirato sul politico, assicurare la trasparenza dei contenuti politici sponsorizzati, aumentare gli sforzi per chiudere i profili falsi e e identificare i bots .

Inoltre si dovrà consentire ai ricercatori di analizzare le dinamiche della disinformazione sui social e il funzionamento degli algoritmi. Si invitano gli Stati membri a “prendere in considerazione schemi di aiuti” pubblici “orizzontali per rispondere ai fallimenti di mercato che danneggiano la sostenibilità del giornalismo di qualità” oltre a “misure di sostegno per attività specifiche come formazione giornalistica, innovazione di prodotti e servizi” di informazione. Non deve sfuggire nulla in vista delle elezioni europee del 2019.

(Foto Dpa da archivio Ansa)

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