Gli slur diffamatori nei confronti della comunità LGBTQ+ diventati virali su Twitter (e non moderati)

Categorie: Social Network

Fa riflettere uno slur diventato virale in seguito al "Don't say gay or trans bill"

Il Center for Countering Digital Hate (CCDH), una ONG che si occupa di contrastare la diffusione dell’odio e della disinformazione online, ha diffuso un report sul ruolo dei social media nell’amplificare notizie false compromettenti riguardo la comunità LGBTQ+. L’obiettivo che il CCDH si pone non è solo quello di analizzare fenomeni quali l’hate speech ma anche di intervenire in modo risolutivo per porre fine a queste dinamiche che hanno luogo sui principali social network e che influenzano anche l’andamento della società al di fuori del mondo digital. Il report in questione è stato realizzato insieme a  Human Rights Campaign, la più grande organizzazione americana che ha lo scopo di lavorare affinché sia garantita l’uguaglianza alla comunità LGBTQ+. Il report riguarda soprattutto l’analisi sugli slur diffamatori contro la comunità LGBTQ+ cresciuti esponenzialmente nell’ultimo anno.



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Il problema degli slur diffamatori su Twitter

Nello specifico, il report esamina come i social network sono stati utilizzati per screditare la comunità LGBTQ+ diffondendo notizie diffamatorie. Tra queste, la più diffusa è quella secondo cui i membri della comunità LGBTQ+ adescherebbero i bambini. In questa ottica, sui principali social media, in particolare su Twitter, si è diffuso in modo esponenziale lo slur “groomer”, utilizzato come vera e propria arma di propaganda anti-LGBTQ+. Per quantificare l’utilizzo di questo slur, i ricercatori hanno utilizzato lo strumento di analisi BrandWatch per ottenere un campione di 989,547 tweet postati tra il primo gennaio 2022 e il 27 luglio 2022 che menzionano la comunità LGBTQ+ a fianco di slur che portano avanti questo tipo di narrativa invalidante dal punto di vista sociale e psicologico. Accanto allo slur “groomer” ne compaiono altri come “predator” o “pedophile”.



Perché questa crescita esponenziale di slur diffamatori su Twitter?

Un grande flusso di tweet che attacca in modo violento la comunità LGBTQ+ con questo tipo di slur diffamatori si è registrato in seguito alla promozione del disegno di legge Don’t Say Gay or Trans, considerato fortemente omofobico e transfobico. Christina Pushaw, portavoce del governatore repubblicano Ron DeSantis, ha tweettato che il disegno di legge sarebbe dovuto essere definito “anti-grooming bill” e chi si oppone a tale disegno di legge è equiparabile a quanti vengono continuamente diffamati dagli slur promossi dagli hater della comunità LGBTQ+ e che, in definitiva, vorrebbe che fossero emarginati dalla società. A partire dal 4 marzo, giorno in cui Pushaw ha pubblicato il suo tweet, la frase “anti-grooming bill” è stata rilanciata 44,028 volte.