Tutti i pericoli dello sci

31/12/2013 di Andrea Mollica

Sciare è uno sport pericoloso? L’incidente di Michael Schumacher ha evidenziato quanto praticare lo sci possa mettere a repentaglio la vita delle persone. Gli incidenti in montagna sono però meno numerosi di quelli che si verificano in altre attività sportive, mentre il nostro paese è uno dei più avanzati in Europa per quanto riguarda la sicurezza sulle nevi.

 

PERICOLI DELLO SCI – Michael Schumacher e i morti travolti dalle valanghe. L’ultimo fine settimana del 2013 è stato caratterizzato dalla tante neve caduta sulle Alpi nei giorni di Natale, e dalle numerose morti che si sono verificate su molti impianti da sci. L’incidente che ha attirato la maggior attenzione mediatica sui pericoli dello sci è stato quello capitato all’ex pilota di Formula 1, sette volte campione del mondo e beniamino dei tifosi della Ferrari. Schumacher stava facendo un breve tratto di fuori pista, ovvero sciava sulle nevi non battute e compresse dai gatti. L’ex pilota tedesco indossava un casco di protezione, ma l’impatto con la roccia ad alta velocità è stato tale da causare danni cerebrali importanti, che ovviamente tutto il mondo auspica non siano mortali. Il casco è un elemento fondamentale per la sicurezza sulle nevi, ma non protegge da impatti ad alta velocità contro rocce o alberi, ma attutisce, in modo significativo, le cadute ad andature meno significative.

INGANNO FUORI PISTA – Schumacher non stava praticando del classico fuori pista, ma in realtà percorreva un tratto di collegamento non battuto che univa due piste. Come può capitare anche agli sciatori più esperti, è probabile che il campione di Formula 1 sia stato tratto in inganno dalla neve non compressa, che si deve percorrere ad andatura meno sostenuta per evitare le diverse tipologie che destabilizzano l’equilibrio. Sulle piste battute infatti la neve è compatta ed tendenzialmente omogenea. La neve fresca, ovvero non battuta dai gatti, presenta invece talvolta diverse tipologie, e se più farinosa e meno compatta obbliga ad una riduzione di velocità per mantenere il corpo in equilibrio sugli sci. Non è questo però il vero problema del fuori pista. Infatti i molti decessi di questo fine settimana dipendono dal fortissimo rischio preso da molti sciatori, che hanno deciso di fare fuori pista nonostante le abbondanti nevicate dei giorni precedenti. Quando nevica un pendio si carica, e bisogna aspettare che la neve si compatti oppure che si distacchino slavine in modo naturale prima di poterlo percorrere in sicurezza.

INDICDENTI CONTENUTI – Negli ultimi anni gli incidenti sugli impianti sono cresciuti anche alla luce della rivoluzione tecnologica che ha cambiato questo sport. Gli sci carving e lo snowboard, diffusisi a partire degli anni novanta, hanno reso più facile il raggiungimento di alte velocità di crociera. Le piste sono mutate, visto che le tradizionali gobbe che rallentavano il percorso degli sciatori sono state cancellate, o ridotte ai minimi termini, per permettere andature più sostenute. I nuovi materiali, più facili da manovrare, hanno spinto molti sciatori anche ad avventurarsi più spesso nel fuori pista, un ambito di sci limitato a una nicchia di esperti fino ad una decina di anni fa. Le statistiche del nostro paese ci dicono però che gli incidenti legati all’attività sulle piste da sci sono relativamente contenuti. Solo il 5,7% degli accessi al pronto soccorso per incidente sportivo è relativo allo sci, mentre per quanto riguarda il calcio o calcetto questa percentuale sale al 46%. Solo una minoranza di incidenti sulla neve può essere classificata come gravi. I morti per sci, compresi anche quelli seppelliti dalle valanghe, sono una ventina o poco più ogni anno, mentre i decessi per incidenti domestici sfiorano i 5 mila.

ITALIA SICURA – Lo sci non è un sport così pericoloso come si potrebbe pensare alla luce delle cronache di questi giorni, ma è un’attività che va praticata in sicurezza. L’Italia in questo senso ha una legislazione avanzata, visto che siamo l’unico paese europeo con una normativa nazionale sullo sci che obbliga i minori di 14 anni ad indossare un casco. Una protezione fondamentale, che secondo uno studio dell’università di Innsbruck riduce la probabilità di riportare un trauma cranico del 35% negli adulti e del 59% nei bambini. Il soccorso prestato sulle montagne è organizzato in modo piuttosto capillare sugli impianti da sci, con la presenza dei corpi militari che monitorano il rispetto della sicurezza. L’Italia è inoltre dotata del Sistema Simon, che rileva ed analizza tutti gli incidenti che si verificano sui nostri impianti. Chiudo quest’articolo con una nota personale. Sciare è uno sport meraviglioso, che va praticato, come ogni cosa, nel massimo rispetto degli altri. Allacciatevi sempre il casco, indossate protezioni per la schiena ed altre articolazioni, e andate veloci solo se le gambe vi reggono e avete la tecnica adeguata. La montagna può essere la vostra miglior amica se vi volete divertire, ma portatele sempre il rispetto che la natura merita.

(Photo: Lino Mirgeler/dpa)

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