Tripoli, l’UNHCR abbandona il centro per i rifugiati: «Troppo pericoloso»

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L’area è considerata un potenziale obiettivo militare e mette a rischio lo staff del centro e i migranti

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’UNHCR, ha comunicato che sospenderà tutte le operazioni del centro di raccolta e partenza di Tripoli per motivi di sicurezza. Mentre viene denunciato da Haftar l’arrivo di «armi perforanti e armi e munizioni antiaeree» nel porto di Tripoli grazie «alla protezione di due navi da guerra turche», l’agenzia delle Nazioni Unite spiega perché l’area circostante il centro è diventata troppo pericolosa per poter restare.

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Intorno al centro di “Gathering and Departure Facility (GDF)”, dove venivano ospitati per brevi periodi rifugiati in attesa di trasferimento in Europa sarebbero iniziate delle operazioni di addestramento da parte di polizia ed esercito. Una situazione che rende la permanenza nel centro dello staff e dei migranti ad alto livello di rischio. «Sfortunatamente l’UNHCR non ha avuto altra scelta che sospendere i lavori presso il Centro di raccolta e di partenza a Tripoli dopo aver appreso che a pochi metri di distanza dalle unità che ospitano richiedenti asilo e rifugiati si svolgono esercitazioni di addestramento che coinvolgono personale di polizia e militare» ha dichiarato Jean-Paul Cavalieri, Capo missione dell’UNHCR in Libia.  «Temiamo che l’intera area possa diventare un obiettivo militare – ha aggiunto Cavalieri – mettendo ulteriormente in pericolo la vita di rifugiati, richiedenti asilo e altri civili».
Sono già in atto operazioni di trasferimento di «dozzine di rifugiati altamente vulnerabili, che sono già stati identificati per il reinsediamento o l’evacuazione in paesi terzi, dalla struttura verso luoghi più sicuri», si legge nel comunicato stampa ufficiale.

(Credits immagine di copertina: tweet UNHCR Libya@UNHCRLibya)

https://twitter.com/UNHCRLibya/status/1222890280606552064