Travaglio ricorda ai leghisti: «Quando toccò a voi scegliere i sottosegretari ci avete messo 13 giorni»

C’è una lunga attesa per quel che riguarda la nomina dei sottosegretari del governo Conte-2. Lunga quasi quanto la coda che sta affollando le stanze di Palazzo Chigi intrise di personaggi che si stanno proponendo e stanno provando a inserirsi in questa corsa ai 42 posti in ballo. Circa 100 esponenti – tra M5S, PD e LeU – che sono in attesa di una decisione finale sulla squadra completa di questo Esecutivo, la cui scadenza è stata rimandata a oggi, 13 settembre. E Marco Travaglio, nel suo editoriale, definisce questa vicenda vergognosa, ma rimprovera anche il facile populismo che stanno facendo i leghisti che fanno finta di non ricordare le tempistiche per la formazione definitiva del governo Conte-1.

«I leghisti che ironizzano sulle cadreghe giallo-rosa – scrive Marco Travaglio nel suo editoriale dal titolo ‘Le processionarie’ di venerdì 13 settembre 2019 – dovrebbero ricordare che nel 2018, quando toccò a loro, fra il giuramento dei ministri e quello dei sottosegretari trascorsero ben 13 giorni (in aggiunta ai 40 concessi dal Colle per il programma). Nei governi di coalizione funziona così». Una tirata d’orecchie e un richiamo alla memoria che, però, non lesina critiche allo spettacolo di attesa, code e lunghe trattative che si stanno consumando in questi giorni.

Travaglio rinfresca la memoria ai leghisti sui sottosegretari

E questa situazione, a prescindere dal colore politico, resta imbarazzante. Anzi, peggio: «Ma la ressa-rissa dei cento mendicanti per 42 caselle resta vergognosa». Poi la critica anche agli esponenti del Movimento 5 Stelle che stanno partecipando a questa cosa tipica della casta che hanno sempre combattuto nel corso degli anni, tra battaglie in Aula e nelle piazze italiane. Il tutto condito da questi lunghi giorni di attesa per mettere il punto alla squadre del governo Conte-2 e partire, finalmente, con un’operatività fondamentale per l’Italia che è ancora al palo dopo la crisi di agosto, la scissione gialloverde e il caos che ne è conseguito.

(foto di copertina:  ANSA/ FRANCO BOLZONI)

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