Inizia con quella che può essere considerata una sorta di dichiarazione di intenti l’editoriale di oggi di Marco Travaglio che si è occupato della vicenda dell’imminente chiusura di Radio Radicale, a causa del mancato rinnovo della convenzione che le ha permesso, fino a questo momento, di trasmettere tutte le sedute d’aula e tutti i lavori parlamentari pubblici in generale.
«I radicali e i loro seguaci, anche strumentalizzando la morte del nostro carissimo nemico Massimo Bordin, hanno ricominciato a piangere». Secondo Travaglio, sostanzialmente, la decisione di tagliare i finanziamenti a Radio radicale è sacrosanta. E a poco servono le proteste messe in piazza da Emma Bonino e dai suoi. Addirittura, secondo il direttore del Fatto Quotidiano, l’evento funesto della morte di Bordin, ex direttore di Radio Radicale e autore della memorabile rassegna stampa mattutina dell’emittente, sarebbe stato strumentalizzato da chi voleva sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica il problema della chiusura della radio che fu fondata da Marco Pannella.
«Non chiedono mai per favore – scrive Travaglio -: pretendono, anzi esigono, come se tutto fosse loro dovuto: dalle amnistie, allo svuota-carceri, ai soldi per Radio Radicale». Stando a quanto scritto dal direttore del Fatto Quotidiano, ci sarebbero diverse alternative alla chiusura dell’emittente, anche non facendo leva sui soldi pubblici della convenzione.
Secondo Travaglio, tutti i giornali fanno servizio pubblico, dai telegiornali al Fatto Quotidiano, e questa ‘pretesa’ non può essere esclusivo appannaggio di Radio Radicale. «Si tratta di un’emittente locale, che fa lavorare giornalisti vicini al partito Radicale, non certo scelti per concorso come dovrebbe fare qualsiasi servizio pubblico. […] Radio Radicale può continuare le sue trasmissioni finanziandosi da sé».
Una proposta avanzata da Travaglio in questa forma: «In rete è molto diffuso l’autofinanziamento collettvo (crowdfunding), con cui si sostengono in tutto il mondo nuove realtà di formazione indipendente, basta aprire una sottoscrizione e iniziare a raccogliere i fondi». Purtroppo, però, un progetto imprenditoriale difficilmente può reggersi soltanto sul crowdfunding. Per questo, Travaglio pensa anche agli autori facoltosi delle trasmissioni della radio, che potrebbero mettere mano al portafogli. Insomma, la proposta per il salvataggio di Radio Radicale è servita nello spazio di un editoriale.
FOTO: ANSA/ TINO ROMANO