Chi è Toni Iwobi il “leghista-negher” di Pontida

Lo chiamano, senza drammi, leghista-nègher. Toni Iwobi è nigeriano ed è anche responsabile per l’immigrazione della Lega Nord. Sta diventando virale il suo discorso dal palco di Pontida dove dice – in tipico slang leghista – che gli immigrati devono esser aiutati a casa loro.

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Posted by Lega Nord Padania on Martedì 23 giugno 2015

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TONI IWOBI: L’ARRIVO IN ITALIA CON UN VISTO DA STUDENTE – Toni Iwobi ha 60 anni, due figli ed è arrivato in Italia circa 30 anni fa, tramite un permesso di soggiorno per motivi di studio all’università di Perugia. Dopo tre mesi in Umbria arriva a Bergamo, landa della Lega. Racconta Libero:

Poi, dopo tre mesi in Umbria, il salto a Bergamo. Spirano, nella Bassa. La culla del Carroccio. Qui trova gli amori della sua vita. La donna che diventerà sua moglie e il partito che diventerà la sua famiglia. Nel secondo caso il colpo di fulmine scatta nel 1990, grazie alla conoscenza di Antonio Magri, il fondatore del sindacato autonomo lombardo (quello messo in piedi insieme a Rosi Mauro). Toni diventa militante nel 1993. Assessore ai servizi sociali quando la Lega conquista Spirano. Ora è capogruppo, dopo che il sindaco uscente (Giovanni Malanchini) è stato confermato a furor di popolo. L’anno scorso Iwobi ha tentato il salto in Regione Lombardia. Circa 2mila voti, secondo dei non eletti tra i lumbard orobici. Torna in Nigeria tutti gli anni (recentemente c’è stato un mesetto). Viene da una famiglia cattolica. Come detto ha dieci fratelli (oggi rimasti in sei) più un esercito di cugini e nipoti sparpagliati per il mondo. Francia, Usa, Inghilterra.

toni iwobi
Toni Iwobi durante uno dei suoi incontri con il popolo della Lega

TONI IWOBI E LA SUA POSIZIONE SUGLI IMMIGRATI IRREGOLARI

– Iscritto alla Lega Nord da 21 anni, Iwobi ha una sua posizione riguardo all’immigrazione irregolare: «Ci sono due tipi di immigrazione: quella regolare, che ben venga, e quella clandestina che è reato ovunque tranne che in Italia. Perché importare nuovi poveri senza poter garantire loro un futuro?». Oggi Iwobi è a capo di un’azienda informatica. Quando Salvini lo scelse come responsabile per l’immigrazione il leder del Carroccio assicurò: «Sono sicuro che farà più Toni in un mese per gli immigrati regolari che la Kyenge in un’intera vita». Iwobi corre. E non si offende per le parole forti usate spesso dai leghisti come “bingo bongo” o “Kyenge-orango”. «Non è razzismo – affermò ad una intervista su Libero – rientra in una logica di scontro politico». Il razzismo per lui è nascosto e «arriva anche da insospettabili». Ma nella Lega – assicura – non ha mai subito discriminazioni. Il colpo di fulmine per la Lega? Tutta colpa del federalismo. «La Nigeria – affermò nell’intervista subito dopo la nomina – ha 36 Stati autonomi e confederati. È un progetto che funziona in Africa, perché non dovrebbe funzionare qui, che siamo nel primo mondo?».

TONI IWOBI CONTRO KYENGE

– Non mancò occasione, durante il suo mandato da assessore a Spirano (Bergamo) di criticare le posizioni dell’ex ministro Cécile Kyenge:

«Mi sono fatto da solo, col sudore della fronte. L’integrazione è fatta di doveri, non solo di diritti. Il ministro Kyenge parla di ius soli? Una follia. Intanto un bambino italiano con due genitori stranieri sarebbe già un problema secondo me. Ma soprattutto ci sarebbe l’invasione di immigrate che verrebbero a partorire qui, solo per avere la cittadinanza automatica. Sarebbe un caos incontrollabile. E poi chi pagherebbe i servizi sociali per tutti questi nuovi concittadini, visto che non ci sono più soldi neppure per le famiglie italiane? Chi li manterrebbe, chi garantirebbe un futuro qui a tutti questi nuovi italiani? Qualcuno se l’è chiesto?».

Iwobi però non sta con le mani in mano. Ha una associazione ““Pax Mondo””, che si occupa di formazione e collabora con i governi africani. «La sinistra – sentenziò da Pontida – vuole farci credere che l’accoglienza è solo solidarietà ma noi diciamo no. In realtà è in gran parte gestita dalla criminalità. Tutta l’Africa in Italia non ci sta. Quindi noi lo diciamo: aiutiamoli a casa loro. Aiutiamoli ad aiutarci».

(In copertina Iwobi con Salvini. Foto ANSA/BAZZI)

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