Libero sospende il figlio di Montesano e pensa al suo licenziamento per i tweet negazionisti

Il giornalista collabora con la testata diretta da Alessandro Sallusti e nella giornata di martedì ha paragonato i camion con le bare di Bergamo al lago della Duchessa nel caso Moro

09/02/2022 di Enzo Boldi

La mela non cade lontano dall’albero. La famiglia Montesano continua a ribadire di non essere negazionista nei confronti del Covid, ma i tanti indizi fanno inevitabilmente una prova. Del padre, l’attore Enrico, si è detto molto nel corso di questi due lunghi anni di pandemia, soprattutto quando si è inventato di sana pianta (prendendo spunto dagli “affidabilissimi” social) bufale sul sangue coagulato dei vaccinati. E oggi tocca al figlio che, tra le altre cose, è giornalista che lavora con Libero Quotidiano. Proprio lui, Tommaso Montesano, nella giornata di martedì 8 febbraio 2022 è riuscito nell’impresa di superare le imprese paterne con un tweet che supera i confini della vergogna. Ma non è una novità.

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Un tweet che, ora, è visibile solamente ai profili che seguono l’account social del giornalista di Libero quotidiano. E che recita così.

«Le bare di Bergamo stanno al Covid-19 come il lago della Duchessa sta al sequestro Moro». Un paragone che ha il neanche tanto vago sapore negazionista. Perché il lago della Duchessa venne utilizzato come tentativo di depistaggio durante le prime fasi del sequestro del Presidente della Democrazia Cristiana. Era il 18 aprile del 1978, quando un falso comunicato delle Brigate Rosse (il numero 7) invitava le forze dell’ordine alla ricerca del cadavere di Aldo Moro proprio nelle gelide acque di quello specchio d’acqua in provincia di Rieti. Ovviamente il corpo senza vita del politico non era lì, come la storia ha poi raccontato.

Ed è proprio in questa dinamica che si configura l’etichetta di “negazionista”, perché Tommaso Montesano ha – dunque – messo sullo stesso piano le immagini dei camion militari pieni di bare di persone decedute a causa della prima ondata di Covid a Bergamo, con un tentativo di depistaggio. Una vicenda che non è piaciuta al condirettore di Libero quotidiano, Alessandro Sallusti, che ha annunciato i primi provvedimenti nei confronti del suo giornalista: «In merito alle vergognose parole del giornalista di Libero Tommaso Montesano sui morti di Covid a Bergamo ho chiesto all’azienda di valutate se esistono presupposti per il licenziamento per colpa grave e, comunque nell’attesa, la sospensione immediata di Montesano».

Tommaso Montesano, il tweet negazionista e la sospensione

Sospeso e a rischio licenziamento. Ma sorprende come nella redazione di Libero (dai vertici in giù) nessuno si sia mai accorto dello spirito negazionista di Tommaso Montesano. Già le parole del padre, ripetute in questi due anni, dovevano far sorgere il sospetto, ma in questi casi vale il detto «le colpe dei padri non ricadano sui figli». Tutto giusto, ma lo stesso figlio dell’attore romano pubblicava ciò nel luglio del 2020.

Insomma, alla luce del sole, Tommaso Montesano ammiccava ai complotti e alla cospirazione negazionista sulla pandemia, facendo sempre riferimento ai camion con le bare a Bergamo. Quindi, sorprende la sorpresa anche della redazione del quotidiano che alle parole del condirettore Sallusti aggiunge un comunicato di dissociazione: «Il Comitato di redazione del quotidiano Libero si dissocia dagli interventi con i quali un collega nella sostanza nega una correlazione tra la foto simbolo delle bare di Bergamo e il Covid. E si scusa con le famiglie delle decine di migliaia di persone che hanno perso la vita a causa della pandemia. Si possono avere le idee più diverse su vaccini e Green pass, ma le teorie negazioniste sono quanto di più lontano dai valori dei giornalisti di Libero». Perché se è vero che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, questo è il caso che – alcune volte – la mela non cade lontana dall’albero. E i sintomi c’erano già tutti, oltre un anno e mezzo fa.

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