Un tempo erano i Simpson. Poi è toccato a George Orwell. Oggi, in piena pandemia, le teorie della cospirazioni prendono di mira anche il cinema, con la realizzazione e la condivisione fittizia di false locandine di film che, in realtà, non sono mai esistiti. L’ultimo caso, molto in voga sui social, è quello dell’inesistente pellicola – datata addirittura 1963 – dall’iconico titolo “The Omicron Variant“. Peccato che si tratti di un’opera di Photoshop e che nessun regista, quasi 60 anni fa, aveva previsto una pandemia e l’evoluzione del virus nelle sue varianti.
LEGGI ANCHE > La “bufala” dei neonati, figli di donne vaccinate, che “camminano” dopo 3 mesi
Questo è solo uno dei tanti post condivisi negli ultimi giorni sui social e che hanno provocato – per l’ennesima volta – un’immotivato clamore e una paradossale teoria della cospirazione.
«1963 -esce il film LA VARIANTE OMICRON guardate come ci hanno avvisato in questo secolo, come loro già sanno il piano del l’anticristo, guardate il marchio nella mano destra che a breve l’umanità accetterà “non tutti” gli avvisi, i segni, le profezie ci sono. Mi chiedo però il perché ce ne stiamo qui ad aspettare che tutto ciò avvenga come se nulla fosse. Siamo capre? O non possiamo cambiare la storia?».
Sarebbe fin troppo facile dare una risposta, in particolare alla prima domanda posta dall’utente su Facebook. Perché al “siamo capre?”, ovviamente, si dovrebbe rispondere: “Sì, e tu sei il primo”. Perché sarebbe bastata una rapidissima ricerca su Google per evitare di prodursi in una figuraccia hollywoodiana. Perché il film “The Omicron Variant” non è mai esistito, così come la “previsione” sulla variante omicron del virus Sars-CoV-2. Lo spiega FactaNews nel dettaglio, facendo un rapido confronto sulla locandina originale. E non solo.
Perché quella locandina è figlia di una modifica fatta attraverso uno dei programmi per correggere fotografie. Il film originale – da cui è stato preso spunto – si intitola “Fase IV: distruzione Terra“, girato dal regista Saul Bass nel 1974 (quindi non nel 1963″. In particolare, la copertina fa riferimento all’edizione spagnola della pellicola. Insomma, come al solito il mero complottismo è punito dalla verità. E non c’è solo questo. Perché l’autrice di questo “Photoshop” è stata la regista irlandese Becky Cheatle che l’aveva condivisa sul suo profilo Twitter.
I Photoshopped the phrase “The Omicron Variant” into a bunch of 70s sci-fi movie posters #Omicron pic.twitter.com/1BuSL4mYwl
— Becky Cheatle (@BeckyCheatle) November 28, 2021
E la donna, intervistata da AFP, ha commentato: «Era solo uno scherzo basato sul fatto che l’aspetto della variante omicron sembra un film di fantascienza degli anni ’70. Non mi aspettavo che qualcuno lo prendesse sul serio».